Il sito del Rifugio Monzino lo descrive brevemente nelle attività quale “Vecchio sentiero della Capanna Gamba” ma è importante sapere che:
- il canale sfasciato non è attrezzato infatti abbiamo trovato e ricoverato 6 ancoraggi abbandonati nel canale stesso
- i tratti erbosi esposti NON sono in sicurezza
- è insufficientemente e malamente tracciato (rari ometti e rari bolli gialli sbiaditi)
Dal parcheggio quota 1565 m proseguire sulla strada che conduce ai casolari del Freney. Attraversare i 2 ponti sulla Dora di Veny e sul torrente del Miage.
Sulla sinistra parte il sentiero 16 (palina con indicazione Rifugio Monzino).
Entrare nel bosco fino ad attraversare il ponticello sul Torrente Freney. Al bivio abbandonare il sentiero classico per il Rifugio e seguire a sinistra quello dell’ex lago delle marmotte. Attraversare un secondo ponticello e proseguire per un buon tratto sulla morena fino a 10 metri prima del grosso masso (visibile fin dall’inizio).
Scendere a dx della morena (no ometti no tracce) e guadare i 2 torrenti (da non fare dopo piogge o piene e comunque è utile uno spezzone di corda). Un ometto indica il punto meno ostico al secondo attraversamento. Proseguire in direzione della bastionata rocciosa alla base del Monte Chatelet. Il canale è indicato da un bollo giallo sbiadito sul masso alla sinistra del suo imbocco; risalirlo con qualche passaggio di facile arrampicata. Tracce di sentiero proseguono a destra su prati ripidi ed esposti fino e raggiungere il terrazzino inclinato dove si trova un spezzone di corda. Proseguire dritto su tracce di sentiero sempre con pendenze sostenute e su erba fino alla base di un ripido canale delicato per la presenza di sfasciume instabile (al suo termine passaggio atletico di III grado reso più semplice per presenza di cavi in acciaio). Proseguire con un lungo traverso verso destra, su tracce di sentiero poco agevoli e difficilmente individuabili per la presenza di scarsi bolli sbiaditi, ora più nessun ometto.
Fino a qui il percorso NON E’ ATTREZZATO ed attraversa pendii erbosi ripidi, esposti e scivolosi e pertanto PERICOLOSI.
Il percorso si fa più roccioso ed adeguatamente attrezzato per cui utile il set di ferrata.
A quota 2300 finisce la pericolosità ed un traverso verso sinistra porta ai prati del Brouillard. Molto lunghi, ripidi e disagevoli inizialmente su terreno pietroso e sfasciato e poi su erba con fondo sconnesso.
Da qui per raggiungere il rifugio si hanno due soluzioni:
1- Risalire l’evidente e grosso intaglio a destra e posto circa a metà del pratone (in parte attrezzato con corde fisse ma molto ripido), che permette di arrivare direttamente al rifugio;
2 – (Scelta consigliata) Proseguire fino in fondo alla morena seguendo sempre i rari bolli gialli sbiaditi che purtroppo al fondo della stessa spariscono e puntare alla base di un evidente traverso che da sinistra verso destra sale allo spiazzo in cui sorgeva la vecchia capanna Gamba. Da qui in pochi minuti si scende su comodo sentiero al rifugio.
DISCESA
Dalla ferrata classica
- Cartografia:
- Monte Bianco varie cartine