Il percorso si svolge su buon sentiero, fuori dai percorsi più battuti e l’arrivo al lago, visibile soltanto all’ultimo istante, sarà di sicura soddisfazione. Ad inizio estate si potrà ancora trovare il lago in fase di disgelo.
Proseguire sulla SR38 superando Oyace e Bionaz, quindi continuare fino al termine della strada alla Diga di Place Moulin, dove si trovano numerosi posteggi a pagamento.
Dal parcheggio della diga, proseguire su una strada sulla sinistra che va subito a ritroso (attenzione non si deve proseguire sulla sterrata che costeggia la diga dall’alto diretta al Rifugio Prarayer!) con tratti sterrati ed altri asfaltati, seguendo il segnavia n.7 indicante Lac Long e Lago Morto.
Dopo alcuni tornanti si incontra un bivio (entrambi segnavia n.7) proseguire a destra ancora per un tratto sulla strada, fino ad uno spiazzo dove si trova una galleria scavata nella roccia: prestare attenzione al sentiero che si sposta sulla destra di essa, per iniziare a salire il pendio di larici a monte.
Terminata la rada fascia boscosa, si raggiunge una zona con numerosi paravalanghe di recente costruzione, quindi si tocca un alpeggio diroccato (Le Meà 2320 m).
Salire lungamente a fianco di una cremagliera di servizio ad un alpeggio che si raggiungerà successivamente. Per bei prati si prende quota tra dossi e avvallamenti, piegando prima verso destra e poi a sinistra nei pressi dei ruderi di les Seytives 2455 m. Poco dopo si entra in una valletta superando un ruscello, e quindi dopo un altro pendio erboso si giunge agli alpeggi di Pian Vauon 2578 m.
Proseguire a monte dell’alpeggio, seguendo verso destra il comodo sentiero che porta al Lac Long 2720 m. Continuare costeggiando il lago sulla sinistra, raggiungendo l’immissario: qui si attraversa verso destra e risalire il pendio erboso sovrastante, che termina con una pietraia: da qui in breve si giunge nell’ampia conca con il Lago Morto 2843 m.
La discesa avviene dal percorso di salita.
- Cartografia:
- L'Escursionista n.6, 1/25.000
- Bibliografia:
- andar per sentieri in valle d'aosta - Pietro Giglio