Si parte dal parcheggio, seguendo inizialmente una strada poderale asfaltata sulla sinistra, in breve si raggiunge il sentiero n° 20 che arriva da Valtournanche, la strada diventa poi sterrata, arrivati ad un ponte seguendo i segni gialli si abbandona la poderale e si segue il ripido sentiero sulla sinistra, che entra in una pineta ed alcuni pascoli, raggiungendo la chiesetta della Salette ed in breve l’arrivo dell’impianto che parte da Valtornanche (nel periodo di apertura della funivia si possono evitare 500 mt di dislivello)
Raggiunto l’arrivo della funivia, si segue la strada poderale di servizio agli impianti sulla sinistra seguendo sempre le indicazioni del sentiero n° 20 a cui si aggiunge il n° 21, seguire la poderale (si possono fare alcuni tagli) raggiungendo il Bar Motta, qui su una pietra una indicazione da il sentiero 21 verso il bar ed anche lungo la poderale, continuare lungo la poderale sino a raggiungere più in alto una palina con indicazioni Motta di Pletè, seguire il sentiero sempre con indicazioni 20 e 21, dopo un breve tratto si arriva ad un bivio, il sentiero n° 20 porta al Colle Superiore delle Cime Bianche, mentre il sentiero n° 21 porta alla Motta di Pletè, seguire il sentiero di sinistra che con un lungo diagonale porta a superare un irto pendio, si attraversano alcuni dossi erbosi e si arriva al di sotto di un contrafforte roccioso, si attraversano gli sfasciumi raggiungendo un colletto che divide le cime della Motta, salire a sinistra e raggiungere la cima occidentale, sopra la quale c’è un casotto
Volendo si può proseguire l’itinerario raggiungendo le altre due cime, la centrale e la orientale
Ridiscendere la cima occidentale e risalire per ripidissimo pendio di erba e sfasciumi la vetta centrale (porre attenzione) sino a raggiungere le placconate di vetta, di qui ridiscendere il versante opposto, tra sfasciumi raggiungendo un nuovo colletto, proseguire verso sinistra scendendo in un pianoro glaciale e risalire all’ometto della cima orientale con vista sul lago del Goilet e su Cervinia
Per il ritorno scendere senza sentiero per sfasciumi e erba sino a ritrovare il sentiero dell’andata