Il lago della Motta è uno dei più bei laghi di alta montagna che si possono trovare nel parco del Gran Paradiso. Oltre ad essere decisamente ampio, è caratterizzato da un'isoletta posta al centro.
da San Giacomo di Piantonetto 1125 m, attraversare il piccolo abitato e seguire un sentiero incassato fra muretti di pietre che risale tortuoso la sponda sinistra (idr.) del vallone.
Appoggiando gradatamente a sinistra, il percorso diretto è impedito da un’alta bastionata rocciosa solcata da alcune cascatelle, il sentiero supera a gradini e con numerose svolte l’erta fiancata, riuscendo dopo 45-50 min. nella conca dove sorgono le costruzioni dell’Alpe Lenzolè 1525 m.
Dopo l’ultima baita il sentiero sale un tratto direttamente, passa a saliscendi per una zona di grossi massi, riprendendo la salita a svolte su una costola erbosa.
Al termine della costola una breve radura acquitrinosa si lascia a destra l’A. Balma 1726 m; guadagnata una conca, non dirigersi verso una baracca e un traliccio della teleferica, ma continuare a sinistra fra i massi (uno di questi gigantesco, può offrire un riparo in caso di improvviso maltempo).
Un tratto di salita, poi si scende in prossimità della sponda occidentale del Lago della Balma 1866 m, situato in una selvaggia conca.
Si segue la sponda del lago portandosi sul breve ripiano a monte dello stesso e da qui procedendo sempre in direzione N, si toccano le due costruzioni della Casa dietro il Lago 1905 m (2h). Il sentiero passato a destra delle costruzioni, inizia una lunghissima serie di svolte su un costone poco pronunciato di erba e piccoli massi, costituente la sponda destra idr. di un canale.
In circa mezzora va ad attraversare il canale e riprende a salire sulla costola della sponda opposta, fin quando dei salti di roccia costringono a spostarsi a destra; alcune risvolte in un canalino e guadagna la sommità della bastionata da cui è possibile scorgere la diga del lago di Valsoera.
Il sentierino appoggia a destra, passa a breve distanza dall’A. Pison 2335 m e rimonta subito dopo la sponda sinistra idr. della gola riuscendo su un ripiano dove sorge la vecchia casa dei guardiani. A questo punto dirigersi verso l’estremità destra dello sbarramento, salire una gradinata per guadagnare la sponda orientale del lago e il rifugio (1 h 30’).
Dal rifugio seguire i bolli rossi che costeggiano tutto il lago fino ad arrivare ad un evidente torrente. Gli ometti conducono decisamente a destra del torrente, attraverso balze rocciose.
In circa un’ora si raggiunge la stretta lingua meridionale del fantastico lago della Motta che appare in tutta la sua bellezza solo proseguendo sulla sponda destra 2656 m.
Se si vuole allungare ulteriormente l’escursione si può proseguire oltre sulla sponda destra fino a trovare degli ometti che partono in un canalone a destra verso il passo di Moncimur 3014 m sotto l’omonima vetta. I bolli rossi qui spariscono e ben presto anche gli ometti.
Si sale su pietraia e si giunge al piccolo laghetto del Moncimur. Di qui si vede ormai chiaramente il passo che occorre raggiungere facendosi la strada da soli.
Dal passo, volendo, si può scendere al bel lago Gelato, abbassandosi di circa 200 m di dislivello. Scendendo nuovamente verso il lago Motta, consiglio di attraversarlo in corrispondenza della stretta lingua per dirigersi verso il torrente che scende a Valsoera.
Se si vuole compiere il giro ad anello, passando per la bocchetta Valsoera, è meglio scendere dal Motta lungo il torrente per poi spostarsi subito verso destra e abbassarsi gradatamente verso la bocchetta (è un consiglio per non essere poi costretti a fare tutto il giro del lago di Valsoera per portarsi alla basa della bocchetta).
Prestare molta attenzione in questo tratto perché non è facile trovare il passaggio sulla stretta lingua di erba che dà la possibilità di spostarsi sulla destra (se ci si abbassa troppo prima di puntare decisamente a destra si rischia di dover risalire perché ci si imbatte in precipizi e pietroni).
Quindi dal Motta scendere lungo il torrente e appena possibile dirigersi a destra (niente ometti o indicazioni, si intuisce un percorso perché calpestato dalle pecore). Si prosegue a destra per costa e man mano ci si abbassa verso un alpeggio situato di fronte alla base della bocchetta.
Attaccare la bocchetta che si raggiunge in breve 2863 m. Questa salita non presenta nessuna difficoltà, mentre quando ci si affaccia verso Teleccio, la discesa è alquanto ripida. Il sentiero è bel segnato, prestare attenzione agli sfasciumi.
Si scende subito un tratto ripido, poi ci si sposta a destra e si prosegue per costa. Il sentiero è sempre molto esposto. Ci si abbassa gradatamente, sempre spostandosi a destra.
Due tratti sono attrezzati con corde: il primo perché si affaccia su precipizio e il secondo perché occorre scendere su lastroni di pietre bagnate da un piccolo torrente che scorre verso il basso. Si arriva alle spalle del Rifugio Pontese 2200 m e si scende a Teleccio 1917 m).