La "Poire" è facilmente riconoscibile a destra della seraccata del ghiacciaio sud, un affioramento di rocce scoperte dal progressivo ritiro della fronte dell'apparato, che fino alla fine degli anni '70 ricopriva l'intero gradino.
Salire allora il canale di neve o detritico a sinistra della "Poire" (pericolo caduta seracchi) fino alla base di una placca grigiastra e compatta incisa da un diedro ad arco verso destra (ore 3,30)
Si attacca un diedro ad arco molto liscio chiuso in alto da un tetto. Lo si percorre interamente lungo la sua fessura di fondo VI+, VII e un passo di A1 traversando sotto il tetto (2 lamette, recuperate).
Si supera una strozzatura poco proteggibile VII- e si esce in una caratteristica nicchia sovrastata da lame spioventi.
Si cerca un passaggio a sinistra e si chioda un fessurino per uscire sulle placche superiori A1.
Si traversa in placca proteggendosi molto lunghi su provvidenziali fessurini superficiali V e si raggiunge l’inizio di un diedro successivo, più appoggiato, dove si sosta.
Percorrere il diedro con fessura di fondo, talvolta cieca, appoggiandosi sulla liscia placca di destra.
Giunti a un gradone si piazza un 0.4 bd in un buco e si fa un passo che richiede decisione VII-, portandosi in una placca più rugosa, poi traversando a sinistra rientrando nel diedro V+.
Si sale ancora una decina di metri con passi poco proteggibili e d’aderenza V+, fino a raggiungere il filo dello sperone su una selletta, dove la roccia diventa più lavorata e scistosa.
Si continua sul filo dello sperone, ora decisamente più proteggibile, per lame e vaghi diedrini IV+ e V-, tenendosi preferibilmente sulla sinistra del filo.
Si supera un tettino VI+ e poi una lama rovescia dall’aspetto instabile, sostando su blocchi incastrati dove lo sperone spiana.
Si percorre lo sperone facilmente III-, fino all’impennata finale, sostando su una cengia erbosa-detritica.
Si sale l’impennata del torrioncino finale, su roccia molto articolata, con ancora un bel diedro con passo di V+ (evitabile a destra).
Discesa: Si percorre la cresta detritica che divide i bacini sud e nord del Mulinet in direzione ovest per una cinquantina di metri, evitando così i profondi crepacci che si aprono tra i seracchi. Si scende quindi sul plateau del ghiacciaio evitando qualche crepaccio e sulla sua superficie, ricoperta in parte da detriti a fine stagione, ci si porta in direzione est, sudest, reperendo il canale-pendio che permette di tornare alla base.
- Cartografia:
- Alte Valli di Lanzo - Escursionista e Monti