Per la salita al Rifugio: da l’Alleau (parcheggio sul piazzale a fianco della strada per La Berarde) salire su buon sentiero (GR 54) fino al Refuge de La Muzelle (ore 3,15); percorso interessante (abetaia, cascate, dossi erbosi con greggi di pecore, molti randonneurs, bastionate di ardesia, torbiera, rifugio sul bellissimo lago della Muzelle); prenotare al rifugio (tel. 0033.4.76.79.02.01 – aperto dall’ultima settimana di giugno alla 1^ di ottobre ), ottimo trattamento e precise infos da Chantal.
Per la salita alla Roche de la Muzelle: su buon sentiero salire direz. E subito a monte del rifugio, un pendio erboso e percorrere una serie di tornanti fino ad un traverso (dir. S/E) sotto cresta che passa entro una roccia bucata (Roche Percee), risalire un successivo dosso erboso con diversi tornanti, una rampa inclinata e giungere su una costiera grigiastra (scagliette di ardesia) la quale viene percorsa (dir. S) lungo il suo crinale fino a raggiungere un primo crestone roccioso; percorrere la base sx del crestone e quindi risalire a tornanti su buone tracce un pendio di sfasciumi giungendo ad un ripiano (qui il sentiero tracciato ha termine); dalla base di un corto canale terroso del crestone precitato attaccare una bastionata con traverso a sx (ometti) fino a giungere su un altro ripiano; non seguire gli ometti a sx che portano nel canale a fianco de l’Oeil de la Muzelle (itinerario di un tempo con ghiacciaio più esteso o per condizioni invernali) ma salire direttamente su rocce arrotondate verso una bastionata la quale viene poi superata, tenendosi a destra, con divertente arrampicata, giungendo sul filo del crestone; da qui si continua sempre sul filo di cresta (ometti e tracce di sentiero) fino a giungere al ghiacciaio a fianco della seraccata sospesa verso il vallone del lago della Muzelle.
Calzare i ramponi e dirigersi verso il Col Jean Martin (evidenziato da un gendarme), salire un pendio ripido e dirigersi verso la terminale che è valicabile a sx; da qui o percorrere il bel pendio (45° un centinaio di metri) oppure portarsi su costone a sx e salire facilmente su tracce di sentiero gli sfasciumi fino al colle (attenzione a non smuovere pietre su altri salitori). Al colle, dalla base del gendarme traversare a dx verso uno speroncino staccato (uno spit), continuare a dx sotto lo speroncino (a volte necessario rimettere i ramponi per pochi mt.) e giungere in uno stretto intaglio (spit a sx molto alto a causa del ribassamento del nevaio); entrare per poco nell’intaglio quindi salire a dx su gradini di bella roccia fino ad una cengia discendente (spit); per giungere a questo punto, non volendo calzare i ramponi è possibile anche un altro percorso: dal 1° spit, scavalcare la cresta a sx, percorrere una cengia ascendente molto esposta (versante Lanchatra) ed aggirare lo speroncino dall’alto, calarsi in un foro e giungere alla cengia discendente.
Da questo punto per chi è in grado: a) Si può attaccare direttamente la testata della cresta (20 mt. verticali su buona roccia, IV+ o anche di più a seconda dei passaggi), raggiungere la cresta e seguirla fino al un 2° risalto che si evita sul versante sx; si attraversano delle cenge e dei canalini fino agiungere al fondo di un canale incassato, ripido e con roccia non buona; seguirlo fino in cresta, raggiungendo l’itinerario “b” e continuare fino alla cima; b) Percorrere la cengia discendente fino ad un terrazzino (spit) prima di uno sperone pronunciato il quale per alcuni mt. (roccia buona III) si sale verso dx, quindi a sx fino ad un altro spit con cordone. Da questo punto non si trovano più chiodature. Salire direttamente lo sperone con divertente arrampicata (III) fino ala base di un risalto; attraversare a dx ed entrare nella parte alta di un couloir con roccia rossastra scadente e salire lungo una cengia/spaccatura verso l’altra sponda del canale e puntare ad una selletta ove è ben visibile un gendarme; risalire lo sperone soprastante lato dx fino a raggiungere la cresta (la roccia ridiventa buona); continuare con divertente arrampicata seguendo il filo di cresta o su cenge laterali, scalando i diversi risalti sino a giungere sulla cima NE (m. 3.418), quindi con percorso facile o sulla cresta o sulle cenge laterali si raggiungono la cima centrale (m. 3.450) e la vetta.
Panorama a 360°. Per la discesa seguire l’itinerario di salita, oppure (più lungo e noioso) dal Colle Jean Martin scendere lato est (due doppie da 25 mt.) fino al ghiacciaio della Grande Montagne e divallare per sfasciumi fino al sentiero del Vallone di Lanchatra per raggiungere la strada della Berarde al parcheggio (ponte di Plan du Lac).
Con buone condizioni di stabilità del manto nevoso, la discesa in sci dal Col Jean Martin su Bourg d’Arud è da 5 stelle! interessante pure quella dal Vallone di Lanchatra.
- Cartografia:
- Carta IGN 1/25.000 - 3336 ET Les Deux Alpes-Olan.Muzelle
- Bibliografia:
- GHM/Francois Labande - Massif des Ecrins, tome 3-ed. del l'Envol.