Partiti da Torino con l’idea di fare la traversata Taschhorn-Dom, al momento di salire al bivacco ci siamo scoraggiati per il forte vento freddo e le abbondanti nevicate fino a bassa quota dei giorni scorsi.
Abbiamo perciò optato per la classica Nadelgrat che offriva maggiori probabilità di riuscita.
In effetti Lunedì 20 il tempo non è stato del tutto favorevole, con vento fresco a tratti forte e sole spesso coperto da banchi nuvolosi. In compenso condizioni ottimali della traversata con ghiacciaio ben percorribile, roccia pulita e creste nevose facili con neve ben portante.
Siamo saliti al Dirrujoch seguendo inizialmente il canale nevoso, poi spostandoci sulla sponda di destra dove alcuni fittoni e spit segnano il percorso più agevole e sicuro. In questo tratto la roccia è veramente friabile e sgradevole ma si passa infine senza troppi problemi.
La traversata è lunga quanto basta, non difficile, esteticamente pregevole. A parte il canale di accesso la roccia è nel complesso discreta. Nelle attuali condizioni abbiamo sempre arrampicato di conserva, senza alcun utilizzo di protezioni.
Tempo impiegato: 8 ore per arrivare al Nadelhorn, compresa l’andata -ritorno al Dirrunhorn. 11 ore da rifugio a rifugio.
Solo tre cordate dietro di noi, molta gente sulla normale al Nadelhorn.
La nord della Lenzspitze sembra ancora in discrete condizioni anche se in basso affiorano rocce e forse ghiaccio.
Gentile e cordiale l’accoglienza al simpatico rifugio Bordier ed ottima l’idea del rifugista di segnare con catarifrangenti la prima parte del percorso sulla pietraia e sulla morena. Molto ameno anche il sentiero di accesso al rifugio, passando dal bel bosco sopra Gaserind ad una ridente valletta fiorita di rododendri ed infine attraversando il ghiacciaio in un tratto pianeggiante e senza crepacci.
Salita effettuata con Marco, in gran forma come sempre.