Molto appagante ed impegnativa, assolutamente da fare con concentrazione, passo sicuro e conoscenza del territorio.
Si consiglia vivamente, prima di fare il concatenamento, di aver già fatto le varie porzioni singolarmente.
Percorso non estremamente difficile ma molto lungo, mai banale, quasi sempre “sulle uova”
Utilizzate NDA, due mezze corde da 30mt, protezioni veloci (friend, cordini, chiodi, nut).
Si precisa che questa relazione è stata realizzata utilizzando le varie relazioni delle creste. Grazie.
Organizzarsi con gli spostamenti poichè si parte da Vinca e si arriva a Resceto (dove la copertura mobile non è un granchè)
Dall’abitato di Vinca, nei pressi del negozio di alimentari, si seguono i segnavia CAI che si introducono nelle viuzze del paesino, fino ad uscire nei boschi di castagno a monte dell’abitato.
Si seguono le indicazioni per il ripido sentiero 190, che in circa 1ora conduce all’attacco della cresta, dapprima in boschi di castagno poi in maestose pinete. Arrivati sulla spalla, si prosegue seguendo l’evidente filo di cresta dal quale in lontananza spunta la cima. Tale cresta è un lungo e divertente saliscendi, a tratti esposto, spesso svalica sul versante sud con brevi tratti di arrampicata elementare.
Nella prima metà del percorso, si passa dal M. Bardaiano, e sono previste tre calate in corda doppia già attrezzate (la prima e la terza di una quindicina di metri, la seconda di 6-7 eventualmente evitabile con una disarrampicata non proprio agevole).
Si arriva quindi in una sella abbastanza larga, dove con camminata si raggiunge la base del canalino dell’anticima, divertente e protetto da vento (occhio ai sassi smossi dalle capre!), e quindi con altri passi di arrampicata misti a camminata si arriva sul traverso prima delle placche finali. Il traverso è in costante salita, non difficile ma con terreno friabile. Notato qualche spit che sembra di recente collocazione, e un “filo” metallico arrugginito che non mette troppa sicurezza.
Ultime placche in “pseudoarrampicata” senza problemi (I°/II-°max, attenzione comunque a non tirare roba marcia o instabile), e quindi si arriva sul tratto finale di cresta piuttosto larga (croce metallica sulla dx) e quindi alla cima (libro di vetta) del Pizzo d’Uccello;
da qui si scende per il sentiero normale fino a foce Giovo.
Per dosso erboso ci si porta all’inizio delle rocce dove si incontrano il primo e il secondo Denti di Giovo (1580 m) che si possono arrampicare o evitare sulla destra.
Si prosegue raggiungendo la Guglia di Vinca Nord (1651 m) anch’essa evitabile (volendo) sulla destra e superata ci si cala nello stretto intaglio che divide la punta Nord dalla Sud (breve calata di 10 m / presente cordino con maillon), si risale una breve paretina di ±3 m (chiodo presente) raggiungendo la Guglia di Vinca Sud.
Proseguendo si raggiunge il Gobbo (1677 m) e superato si scende (calata in doppia / presente cavo in ferro arrugginito) e si raggiunge la Foce del Gobbo da dove si punta subito direttamente alla parete Nord del Garnerone, rimanendo dapprima leggermente sulla sinistra (verso la cresta) e appena individuato un cordone grigio, si sale a destra di quest’ultimo per un caminetto (III) che sale obliquo a sx sbucando quasi in vetta al Garnerone Nord (1735 m).
Si oltrepassa la Punta Centrale e si raggiunge la cima del Garnerone Sud (1745 m) aggirabile sulla destra su di una larga cengia, dopodiché’ si scende (dopo una calata in doppia / cordino con maillon presente) e si giunge alla Foce del Garnerone (1707 m).
Da qui inizia la cresta NO del Grondilice che la si percorre su e giù con saliscendi fino alla facile salita dell’anticima e poi della vetta del Monte Grondilice (1809 m).
A questo punto discesa per la cresta SE del Grondilice su evidente traccia (e qualche ometto) fino a raggiungere la Finestra del Grondilice (1750 m) e da qui al Passo delle Pecore (1600 m), dove si può scegliere di deviare verso il rifugio Orto di Donna per breve sosta.
Ora si torna al passo delle pecore, si sale la parete erbosa fino alla cresta rocciosa poi Seguire la cresta fino all’anticima del Monte Contrario, scendere per la cresta est affrontando una ripida paretina.
Proseguire superando due dossi e aggirando una fascia rocciosa sulla destra.
Continuare lungo la cresta fino alla gobba nord del Monte Cavallo, quindi attraversare una placca rocciosa e affrontare un breve tratto ripido per raggiungere la cima principale.
Proseguire fino alla coda del Cavallo fino ai salti di roccia da dove ci si cala utilizzando soste di non facile individuazione fino a raggiungere il bivacco Aronte.
Da li, senza grosse difficoltà su sentiero 36 si va a Resceto.