La parete risulta spesso bagnata, "l'arrampicatore allora come un naufrago va alla ricerca di quei tratti di roccia asciutta che gli garantiscono un'arrampicata sicura"...
Guadagnare quindi la base dell'evidente sperone che si delinea a sinistra della parete del Naufrago, e della rampa che si innalza nerastra a destra di uno speroncino di placche verticali. l'attacco è al centro di queste placche (ore 0,50 - 1).
L1: attaccare la placca a gradoni guadagnando la rampa obliqua che si porta nel cuore della parete verso sinistra 5a(10 metri e nessuna possibilità di protezione).Salire la rampa facile, ma facendo attenzione alle frequenti colate d’acqua, pervenendo a un terrazzino alla base dell’esposto sperone che si impenna appena al di sopra; S1 (fatta su tre nut)
L2: afferrare una lama sinuosa e poi seguire una bella fessura che incide sulla destra lo sperone 5c (atletico); S2 su un pulpito sul filo dello spigolo (friend)
L3: con un passo in discesa verso destra si agguanta un vago diedro strapiombante fin sotto il tettino che lo sbarra 6a; uscire quindi con duro passo sbilanciante grazie a un appiglio da ricercare in allungo verso destra e con difficoltà di posizionamento dei piedi 6c (1 chiodo ribattuto e poi 1bd 0,75 e 1 stopper piccolo). Andare ancora a destra su roccia pessima 5b e poi reperire una provvidenziale cornice che permette di andare a sinistra dove si può sostare ( S3, messi due chiodi di cui 1 lasciato)
L4: seguire a sinistra la cornice traversando con un passo molto sbilanciante una placca panciuta 6a (possibilità di mettere 1 solo nut all’inizio). Scendere su una rampa erbosa, superare una lama e poi uno sperone di blocchi poco stabili ma facili, guadagnando una marcata terrazza erbosa (S4 su arbusti)
L5: Abbiamo seguito la relazione originale e, guadagnata una terrazza più a sinistra abbiamo nuovamente sostato (S5 bis su blocchi)
L6: si pone ora il macchinoso superamento della placconata finale, seguendone il punto più debole e proteggendosi al meglio per evitare gli attriti delle corde (utili fettucce di rinvio lunghe).Sul bordo destro della placca e poi per una fessura erbosa abbastanza adrenalinica 5b (1 chiodo discreto). A ridosso di uno strapiombo, non superabile direttamente, andare a sinistra fino a quando ci si afferra a una lama che sporge per poi ribaltarsi in una fessura – diedro con blocchi incastrati 5c/6a (espostissimo).Guadagnare una terrazza e sostare; S6 su friend
L7: dirigersi qualche metro verso un diedro e vincerlo grazie a una faticosa lama 5c. Un ultima placca con fessura conduce alla terrazza alberata finale 4c; S7 su pianta
Discesa: noi abbiamo seguito la cengia superiore senza grosse difficoltà (qualche cautela) tra arbusti contorti ed erba, guadagnando la sommità della struttura detta “Viso della Signora” Di qui con una doppia di 50 metri da betulla con cordone vi siamo scesi alla base. Scendere poi contro la parete verso nord un canalino erboso e poi con cautela uno zoccolo ripido aiutandosi con arbusti. Si arriva così alla cengia che conduce alla Parete del Naufrago.
Materiale:in posto 3 chiodi (mediocri). Utile può essere, se bagnato, qualche chiodo assortito. Portare due serie di friend fino al 2 bd e un giro di stopper piccoli, cordoni e fettucce lunghe per rinvio. Una discesa forzata durante la scalata risulterebbe assai complicata.
- Cartografia:
- IGC serie Monti n° 103
- Bibliografia:
- Vallone di Sea, un mondo di pietra di Marco Blatto, Vivalda Editori