- Accesso stradale
- stada agibile fino alla diga di morasco
- Osservazioni
- Sentito assestamenti
- Neve (parte superiore gita)
- Crosta da rigelo non portante
- Neve (parte inferiore gita)
- Crosta da rigelo non portante
- Quota neve m
- 1700
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Partiamo dal rifugio appena sotto la diga di Morasco e saliamo seguendo in parte la strada verso l’Alpe Furculti, oltre la quale incontriamo la traccia, risalente a qualche giorno fa, lasciata da qualcuno che evidentemente non teme le pendenze eccessive. La neve è abbondante ma certo non delle migliori; più che adatta per la salita, che avviene senza l’utilizzo dei coltelli, pessima in discesa dove incontriamo crosta non portante alternata a neve pesante molto bagnata. L’isoterma di 0° è molto più in alto della vetta. A tutto questo si aggiunge un marcato pericolo di valanghe che si manifesta con frequenti scariche osservate sul versante opposto del vallone di Nefelgiù. Nella parte alta del vallone il pendio a Sud del corno orientale ha scaricato una gran massa di neve, probabilmente tutta quella caduta nei giorni scorsi. Con le condizioni attuali tutto l’itinerario necessita della massima prudenza; si consiglia di mantenere le distanze nei tratti più ripidi ed evitare assolutamente le ore più calde.
Tutto sommato la gita si è fatta comunque apprezzare, per la bellezza dell’ambiente, il panorama dalla vetta e la buona compagnia. Le due stelle sono da riferirsi soltanto alle cattive condizioni del manto.
Parenza di buon’ora con Andrea e Stefano, presto ci raggiungono Timoteo e soci; tutta l’allegra compagnia raggiunge la vetta e si “gode” per quanto possibile la discesa. A tutta la banda i miei saluti.