Splendida giornata in compagnia di un ospite d’eccezione, mio cugino Ermanno alla sua prima esperienza multi-pitch e la scelta non poteva che ricadere su questa bella via “plaisir”.
Ri-spittata di recente (fine 2014) con fix-inox 10mm e soste Raumer inox con doppi anelli di calata integrati per potere scendere in doppia da qualsiasi tiro (sufficiente corda da 60 mt.) ed una lunghezza delle protezioni come in falesia, ben si presta a questo genere di esperienze.
Dopo quasi un anno dall’ultima ripetizione, è tutto perfettamente in ordine, gli spit non muovono e sono in ottimo stato (come appena messi).
Complice la giornata estremamente secca e fresca (venti da nord a quote medio-basse e cielo blu cobalto) il gneiss-granitoide della “piramide” presentava livelli di aderenza oltre le aspettative.
Trattandosi di un tipo di roccia non molto frequente in altre parti d’Italia (se si escludono le Alpi), il mio compagno di cordata ne è rimasto stupito in positivo, sia per il livello di aderenza riscontrato sia per la compattezza della roccia, sia per la nuova abitudine nel fidarsi ad impiegare il piede su vaschette che su un’altro tipo di roccia non offrirebbero alcuna aderenza..
Va anche detto che il gneiss-granitoide della Carra Saettiva è uno dei migliori in assoluto (qualcosa di simile nella nostra zona lo si può trovare solo al Bourcet).
Essendo alla prima esperienza multi-pitch era fondamentale poter comunicare a parole con chiarezza fra un tiro e l’altro (allestimento soste, impiego mezzi di assicurazione, ecc. ecc.) pertanto ho deciso di spezzare l’ultima lunghezza in prossimità della sosta di servizio posta poco sopra la lama aerea del 6° tiro (una conformazione rocciosa che ricorda la prua di un nave nel mare in tempesta) dalla quale si riesce a comunicare chiaramente con chi ti assicura dalla sosta a “nido d’aquila” del 5° tiro.
Ricordo che L6 ed L7 possono essere concatenati in un unico tiro da 45/50 mt. ma una volta giunti sul pietrone sommitale di “Willy Coyote” dove termina la via, si perde completamente il contatto vocale con il compagno ancorato su S5 (ed un’incomprensione alla prima esperienza su vie di più tiri è assolutamente da evitare..).
Sempre molto belli il 2° ed il 5° tiro che a seconda della propria predisposizione possono essere apprezzati in modo diverso (L2 placca tecnica con passi di aderenza, L5 muro verticale/leggermente strapiombante con tacche nette), interessanti e di soddisfazione tutti gli altri tiri che, sebbene siano di difficoltà contenute (4c/5a, un passo tecnico all’inizio del 6° tiro che potrebbe essere classificato di 5b), con protezioni posizionate in modo assolutamente sicuro, non risultano mai essere banali.
Perfetto e ben segnalato il sentiero di discesa che in questa stagione può anche essere percorso con scarpette (comode) da arrampicata ai piedi..
Avendo impiegato un tempo maggiore del previsto per arrivare in cima, quando siamo usciti sulla sommità della “piramide” era troppo tardi per scendere in doppia (considerando anche il fatto che se non si è abituati a ascendere in doppia con il buio o con poca luce potrebbe diventare un rischio eccessivo) abiamo quindi optato per una discesa a piedi nonostante non fossimo dotati di scarponcini e/o scarpe da ginnastica rimaste alla base della parete.
N.b.: In questa stagione l’erba olina non invade più il sentiero di discesa quindi si scende relativamente bene ed in sicurezza anche con le scarpette da arrampicata.
Che dire, sempre bella da ripetere.
Bella figura garantita con chi vuole cimentarsi per la prima volta sulle vie del comprensorio della Carra Saettiva, in ambiente selvaggio e suggestivo che da il meglio di sé con il sopravvenire dell’autunno, periodo dell’anno in cui fu aperta questa via nel 1989..
Un aspetto che stupisce in positivo è la totale mancanza di antropizzazione di questi luoghi nonostante siano passati 28 anni dalle prime frequentazioni ..spettacolo..