Dal parcheggio si attraversa la strada della valle di Gressoney e si prosegue sulla stradina asfaltata fra le case della località Cugna che, dopo qualche decina di metri, termina in uno spiazzo. Sulla dx si trovano le paline che indicano l’inizio della mulattiera e sentiero segnalati per il Colle Chasten e per il bivacco Cravetto (n. 2 e n. 2C). Le tempistiche sono un po’ da rivedere, ad esempio il bivacco Cravetto viene segnalato per 4h30’, un po’ eccessivo. Si prosegue quindi entrando nel bosco sul sentiero n.2 con indicazione: l’ampia mulattiera a gradoni (un po’ troppo alti) ben presto raggiunge un ponticello che permette di attraversare il torrente, poi piega a destra per entrare nello stretto vallone di Stolen.
Con numerose svolte la mulattiera sale di quota e tocca l’oratorio Zam Chröizji 1145 m e poi i casolari di Ronc – Rohn 1304 m. Raggiunto un ponticello la salita diventa più ripida, si trascura una deviazione a sinistra per Burinni, si esce dal bosco e si arriva ad un cippo di cemento posto in posizione panoramica. Passando sopra Burinni, si giunge poi ad una passerella e ad una successiva conca erbosa per poi riprendere la salita sostenuta superando una balza rocciosa e arrivare così all’alpe Muna – Mühmu 1950 m (deviazione a sx per il Vallone di San Grato – 1B). Si seguono i bolli gialli attraversando i pascoli a monte dell’alpeggio, salendo poi il crinale in direzione di una grossa croce all’alpe Piany – Pianhy 2120 m. Superata l’alpe Merhuy – Meerwi il vallone si apre; in breve (2340 m circa) si incontra il bivio per il bivacco lasciando a sx il sentiero che continua per il colle Chasten, si piega lievemente a destra in un poco marcato avvallamento, si risale e si raggiunge l’Alpe Chlekch dove sorge il bivacco (presente una fontana alimentata da una sorgente più a monte, generalmente funzionante anche in tarda stagione).
Dal Bivacco Cravetto non esiste un percorso segnalato ma è ben visibile il pendio di accesso alla sella posta alla base della dorsale Sud, che occorrerà salire tramite il superando di una breve barriera rocciosa.
Per raggiungere la sella erbosa si hanno due possibilità:
- Proseguire sul retro del bivacco per tracce (qualche ometto) tra le rocce montonate, puntando al colletto 2609 m posto tra le due elevazioni che precedono il ripiano erboso alla base del pendio SO. Giunti in vista dell’intaglio, risalire tra le zolle di erba olina reperendo qualche sbiadito bollo giallo. Scendere sul versante Ayas attraverso un passaggio agevole tra le rocce quasi a ridosso dell’elevazione di sinistra (Sud-Ovest). Cercando di perdere meno quota possibile, traversare alla base dell’elevazione a NE del colle su erba e pietraia fino al pianoro.
- Continuare a dx del bivacco seguendo inizialmente una sorta di mulattiera/sentiero che passa accanto al tubo di plastica dell’acqua che alimenta la fontana, spostandosi verso una ampia conca pascoliva, dopo un tratto, prima di giungere di fronte ad una vasta pietraia, conviene alzarsi sulla sinistra di essa per contornarla dall’alto, e poi tramite una traccia appena accennata e qualche ometto, si taglia a mezza costa il costone erboso verso destra. Tra erba e detriti si raggiunge così la paretina rocciosa già visibile dal bivacco, il punto “chiave” è l’attraversamento di una placca liscia ed inclinata, che recentemente (2020) è stata attreezzata con un tratto di corda fissa che rende agevole il passaggio. Superata la placca ci si alza ripidamente per ripidi terrazzi erbosi (cautela in discesa per l’erba scivolosa) giungendo alla sella a circa 2700 m.
Raggiunto il pianoro si inizia la risalita del pendio SO (ometti scarsi) : conviene restare al margine destro dello stesso, salendo dove la pietraia è meno caotica, finchè il pendio crea sulla destra una dorsale sud, dove si noterà una traccia più marcata e un maggior numero di ometti indicatori. La pendenza del percorso è sempre decisamente sostenuta.
Arrivati ai grossi blocchi di colore biancastro che caratterizzano l’inizio della cresta, a circa 2850 m si incontra un primo breve tratto di corda fissa (si può comodamente bypassare più sotto) e si inizia a seguire una lunga serie di cenge e terrazzi (a volte detritici, a volte rocciosi) che condurranno in vetta. Molti passaggi di questo percorso, che si mantiene sempre sul versante sud diversi metri sotto il filo di cresta, sono stati attrezzati con delle corde fisse, utili più per la natura del terreno che per i pochi passi di arrampicata che si incontrano (un paio di passi di II e nei restanti punti ci sono al massimo dei gradoni.
Uno degli ultimi passaggi è forse il più delicato, perché si supera una placca un po’ esposta e inclinata, per chi non si sentisse sicuro è consigliabile imbrago e longe per assicurarsi. Tenere conto inoltre che qualche passaggio facile ma un po’ aereo non è protetto. Si giunge così al termine delle corde, ad un intaglio appena sotto l’anticima rossastra. La si sale facilmente per un sentierino tra il pietrame e poi si prosegue verso la cima, percorrendo un tratto della cresta restando sul filo (leggermente aereo) per poi proseguire o sempre sul filo oppure sfruttando terrazzi di pietrame instabile sempre sul versante sud, fino alla cima con il grosso ometto.
- Cartografia:
- Carta dei sentieri n. 12 - Bassa Valle d'Ayas e Gressoney - 1:25.000 - L'Escursionista editore
- Bibliografia:
- Guida Monti Italia (Buscaini)