Vegetazione ancora indietro (fondamentale…) ma caldo che già picchia. Scesi disarrampicando da Corte Lorenzo. Dalla quota 1505 a piedi sul versante ossolano con solo una breve doppietta e un pezzo di conserva per un traverso. Aggirata sul versante valgrandino la quota 1520. Dal Torrione di Bettola un paio di doppie in direzione della bocchetta di Lavattel e una terza, breve, per abbassarci lato est e traversare alla bocchetta. Nessun problema fino al Lesino ma la discesa alla Valfredda è stata un’avventura a sè. I canalini abbondano e beccare quello giusto segnalato nelle relazioni evidentemente non ci è riuscito, e per altro iniziavamo a trovare chiazze di neve consistenti sui versanti poco esposti (un bene per le scorte d’acqua!). Dopo qualche cordino abbandonato e attimi di nervoso comunque al valico della Valfredda siamo arrivati. La risalita al Proman ha richiesto vera motivazione e attitudine all’aleatorio, non siamo stati convinti di uscire in giornata finchè non abbiam visto la croce. Discesa alla Colma di Premosello per metà già al buio, molta neve, fortunatamente tracciata, ma a tratti dentro fino all’uccello. Ciliegina sulla torta la colata di ghiaccio verde a dieci minuti dal bivacco, che dopo 15 ore di pellegrinaggio ha munto le ultime sinapsi rimaste accese, e se non avevamo la piccozza potevamo giusto aspettare il disgelo. La picca per altro a nostro avviso risulta fondamentale anche per la progressione sul terreno asciutto: quando le teppe d’erba si fanno verticali e i rododendri come gli ontanelli ti rimangono in mano ringrazi l’attrezzo. Con 50 metri di corda in un paio di calate ci mancavano 2/3 mt. Tempi da Bieno, start 6.30: Corte Lorenzo 8.30, Sautì 13.30, Proman 20.30, Bivacco della Colma 22.00.
Un sogno realizzato, una ravanata epica, una prova di passione…in ogni caso un’esperienza mistica che si giudica meglio prima di averla fatta, dopo vengono i dubbi…
Socio Lollo una macchina da guerra