Dal parcheggio seguire la strada (direzione sud - Arco di Trento) superando il crossodromo. Poi la strada diviene sterrata e si costeggiano dei frutteti tra i quali si stacca un sentiero in direzione della parete. E' possibile abbandonare il sentiero in più punti e seguire le tracce verso destra che portano ai vari attacchi. Seguire le indicazioni per la via Angelo. Risalire la rampa e dopo pochi metri non seguirla ma risalire un canalino sulla sx ( da li visibile una sosta a fix con una fissa legata. La sosta vera è a pochi metri da quella sulla dx ( disegno di un angelo blu ). Legarsi e partire per due tiri un po' ravanosi che risalendo il canale erboso portano al boschetto pensile. Da li traversare decisamente a dx a prendere il pilastro staccato della ns via. Risalire il canalino e si trova la Seconda sosta a chiodi. Calcolare quasi due ore fino a qui e siete alle seconda sosta.
1° tiro:
salire lo spigolino a destra della paretina friabile (possibile salire direttamente la paretina) e proseguire lungo la rampa erbosa fino a raggiungere un piccolo boschetto sospeso. Sostare su di un albero con cordino, prima di raggiungere l’evidente pilastro staccato sulla destra. 50 Mt., IV, III, 1 albero con cordino.
2° tiro:
proseguire verso destra in direzione del camino tra la parete ed il grosso pilastro. Sostare all’inizio del camino (2 chiodi+cordone).
25 Mt., II, III, 1 chiodo con cordino.
3° tiro:
salire in diedro con roccia un po’ delicata fin sotto uno strapiombino; aggirarlo a sinistra giungendo su un terrazzino. Da qui si prende la bella fessura (la roccia migliora) che si segue fino al pulpito sulla destra dove si sosta (3 chiodi+cordone).
35 Mt., V+, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordino).
4° tiro:
si torna a sinistra nella fessura che ora diventa nettamente più difficile (anche se a guardarla dal basso non sembrerebbe). Dopo una breve interruzione la si riprende poco sopra, si supera uno strapiombino verso sinistra e si ritorna a destra al centro del diedro dove si sosta (4 chiodi – 3 dei quali uniti da fettuccia).
35 Mt., VI+ oppure A1, V+, 4 clessidre con cordoni, 5 chiodi (2 dei quali vicini uniti con cordino), 1 cuneo.
5° tiro:
ci si alza nella fessura al centro del diedro fino a quando diventa strapiombante. A questo punto si traversa a destra raggiungendo una fessurina che riporta a sinistra; passare sotto un tettino e poi seguire la fessura che sale verso destra. Dopo uno strapiombino la fessura di stringe. Alla fine traversare a destra su roccia un po’ friabile fino al pulpito di sosta (3 chiodi).
50 Mt., V, VI oppure A0, 6 chiodi, 3 clessidre con cordoni.
6° tiro:
dritti sopra la sosta, poi è necessario spostarsi a destra entrando in un diedrino che porta alla difficile placca soprastante oltre la quale si sosta (2 chiodi). 35 Mt., V+, VII+ oppure A0, 9 chiodi, 1 clessidra con cordone.
7° tiro:
per l’esile fessura sopra la sosta, poi ultimi metri in placca fino ad una cengia alberata. Traversare verso sinistra e, in prossimità dello spigolo, sostare (da attrezzare con friend). 20 Mt., VII+ oppure A0, V, 1 friend incastrato, 1 clessidra con cordone, 4 chiodi.
8° tiro:
si risale lo spigolino, poi si obliqua a sinistra alla base di una placca gialla. Si sale in pilastro alla sua sinistra per poi rimontare gli ultimi metri della placca. Per rocce più facili ma instabili si raggiunge il bosco sommitale nel quale si sosta (da attrezzare su pianta).
40 Mt., III, V, 1 pianta con cordone, 1 chiodo.
Dal termine della via risalire pochi metri nella boscaglia.
Discesa
Seguire la traccia in discesa sino ad un ampio spiazzo; poi dritti addentrandosi nel bosco fino a raggiungere una strada carrozzabile.
Da questo punto seguire sempre la strada (verso destra, direzione Monte Casale) sino al suo termine sul provinciale.
E’ possibile (e consigliato) scendere attraverso scorciatoie segnate con bolli rossi. Nell’ultimo tratto è presente una palina con indicazione verso sinistra “rientro dalla ferrata Che Guevara”. Qui andare a destra sbucando in breve dietro all’hotel Ciclamino.
La parete sud del Dain fu vinta per la prima volta nel 1967 dalla cordata Heini Holzer e Renato Reali. Oggi il loro itinerario è stato un poco dimenticato causa la scarsa qualità della roccia. La via Kerouac è stata aperta da P. Baldo, G. Groaz e Lorenzo Massarotto il 2 maggio 1981. Nello stesso anno su questa parete aprirono anche la via Vegetable.
Una linea molto logica ed esposta con arrampicata prevalentemente in diedro e fessura.