Partiti dopo cena senza impianti, abbiamo optato per l’avvicinamento più diretto possibile. Abbiamo bivaccato sul sentiero poche decine di metri sotto al rifugio degli impianti. Alle 2:45 sveglia, scesi per sfasciumi fino a saltare sul ghiacciaio (ghiaccio vivo, ma pochi crepacci) e abbiamo puntato dritti alla destra dello sperone. Poco sotto ai primi seracchi abbiamo cambiato assetto, preso in mano le picche e iniziato la salita parallela allo sperone, con due cordate che invece attaccavano lo sperone sulla roccia dalla base (variante più lenta). Quasi tutta conserva sprotetta, ma passaggi di ghiaccio da non sottovalutare.
La parte di roccia non è sempre intuitiva, ci sono più varianti possibili, la roccia è buona con qualche scaglia da non tirare. Noi abbiamo fatto più di 10 tiri, e verso la fine diventa sempre più facile perdere traccia dei chiodi. Alcuni passaggi non proprio da V+, specie con gli zainoni pesanti e la roccia non sempre affidabilissima.
Arrivati sotto al seracco finale c’è un ultimo tiro in traverso di roccia, poi una buona cengia su cui cambiare di nuovo assetto per l’ultimo pezzo di ghiaccio. Dalla dorsale sommitale ci sono ancora qualche centinaio di metri per la vetta, poi per una bellissima crestina di neve si riguadagna la discesa a valle. Noi abbiamo camminato fino alla macchina senza usare gli impianti. Totale 2300D+ 25.5km. Utili 1 serie di friends, nuts e qualche chiodo da ghiaccio per i seracchi più verticali.
Con Carletto che mi porta sempre la Grimbergen in vetta.