Salita sicuramente di notevole impatto psicologico, sempre delicata, se non si trovano le soste non banale (le ultime 3 oggi non si vedevano ma era il meno, si sale anche in conserva). Roccia difficilmente proteggibile, la migliore idea sarebbe una buona dose di chiodi e tanta pazienza (o condizioni di neve-ghiaccio migliori di quelle attuali).
Ormai l’innevamento non è più ideale, il caldo ha sciolto molta neve ed eliminato quasi tutto il ghiaccio, a parte 3/5 metri su uno degli ultimi tiri ma niente di che, e ha reso sicuramente più complessa la salita in generale.
Si è già scritto molto su questa via spettacolare, quindi mi limiterò a dire la mia sul famigerato 4° tiro.
Sicuramente è il punto più impegnativo di tutto il percorso, a quanto pare ci sono almeno 3 modi di uscirne:
1 appena arrivati in sosta tagliare subito sulle rocce di destra risalendo il gendarme roccioso;
2 fare pochi metri nel canale e poi risalire le rocce di destra (vedi relazione);
3 risalire il canale completamente e arrivati allo sbarramento (colatoio) andare a dx su placche evidenti.
Se state cercando un consiglio evitatevi la 3° ipotesi, dopo qualche tentativo sono dovuto scendere fino in sosta e ho lasciato il passo al mio socio che è arrivato alla sosta successiva seguendo il 2° itinerario, non facile nemmeno quello, ma con singoli passaggi più abbordabili, per il colatoio il gestore del Garelli parlava di un V grado in condizioni estive (senza picche e ramponi).
Il tiro è poco protetto, molto psicologico (3/4 chiodi x 40/45m di tiro continuo) e sopratutto poco proteggibile!
Invece la 1° ipotesi, in condizioni di scarso innevamento dovrebbe, a quanto pare, essere la migliore, ma purtroppo non abbiamo avuto il piacere di verificarla..
Difficoltà del 6° tiro evitate passando sulla sx e poi obliquando leggermente a dx.