Soste attrezzate con due spit e cordoni, non occorre integrare con protezioni veloci se non nel tiro d’uscita e nella fessura strapiombante del quarto tiro (al fine di facilitare la progressione).
Si arriva all’attacco della via in discesa. Dall’ampio parcheggio si individua a destra (non andare verso la collinetta oltre il piccolo campo di calcio) una recinzione che si scavalca scendendo per segni di passaggio su un prato inclinato fino a trovare l’inizio di un canale in secca.
Lo si segue (primo punto di riferimento, la carcassa di un auto, secondo punto di riferimento il cestello di una lavatrice) fino ad incontrare una flebile traccia che taglia il bosco senza perdere troppa quota.
Percorrere la base della parete oltrepassando l’attacco della via dei Fiorentini e della via Ultimo volo dell’Aquila, si trova una terrazza panoramica sulla vallata, superare anche questa seguendo un sistema di piccole grotte e muri su cui corrono alcuni monotiri o tentativi di altre linee, dopo un piccolo risalto con masso appoggiato alla parete individuare il diedro iniziale.
L1. Un chiodo universale Camp marca l’inizio della salita. Uscire dal piccolo diedro iniziale impone un passo difficile. Poi si prosegue in placca sempre con impegno ma su difficoltà minori, 6c+/7 a;
L2. Dalla sosta sotto un piccolo tetto si sale subito dritti e poi si segue un sistema di lame rovesce che si abbandona per tornare in placca a sinistra. Su questa occorre equilibrio e decisione, è il tiro tecnicamente più difficile, 7b/A0;
L3. Traverso a sinistra verso un bel diedro camino estetico e verticale, obbligatorio sostenuto, uscita delicata per scaglie instabili, 7a o 6b+(A0);
L4. Piccolo tetto fessurato, forte richiamo del vuoto ed arrampicata atletica, 7b (n.l.);
L5. Ultimo tiro che conviene spezzare in due, si trova sosta intermedia ad hoc con chiodo e spit, la prima parte attraversa una zona di cespugli, la seconda entra nella cresta terminale con due passaggi difficili e tecnici con protezioni non ottimali, molto utile camma 0.3 BD in fessura, poi degrada più facilmente fino alla cresta vera e propria, III e 6b+.
Rientro:
Dato che si è persa quota per andare all’attacco ora resta solo da finire di salire la cresta, prestare comunque attenzione, si cammina per tracce, tendenzialmente a destra, fino a scorgere i tetti delle prime case del paese di Sassorosso, entrare in paese e scendere fino al parcheggio di partenza.