Dalla piazza della chiesa di Alto si prende la stradina asfaltata che va al cimitero e alla chiesetta di San Sebastiano, dai lavatoi, acqua, si trova a sx la deviazione in discesa su stradina per la Cappella di S. Sebastiano, Arma da Via, Caprauna (palina sentiero A33). Si scende lungo la stradina che diventa mulattiera fino ad arrivare sulla vecchia strada sterrata che porta a Caprauna, a destra vi è una falesia di arrampicata, da qui si arriverà col giro ad anello. Si svolta a sinistra e si prende poi il primo sentiero a dx in discesa che porta al fiume Pennavaire, lo si attraversa su un bel ponte medievale. Passati sul versante orografico dx del Pennavaire si ha poco sopra l’Arma Stefanin, si sale verso dx con un sentierino fino a sbucare sulla strada sterrata costruita per fare l’acquedotto (palina Grotte del Pennavaira – Alto). Giunti sulla strada la si percorre verso dx fino ad incontrare a sx prima l’Arma da Porta A e poi l’Arma da Porta B. Si prosegue sempre sulla sterrata fino ad arrivare ad uno spiazzo (palina indicatrice x la Forra del Ferraia) si fa una piccola deviazione e si scende a dx dalla palina fino al letto del rio, dove una cascatella scende in un laghetto prima che questo, con una stretta e profonda forra, confluisca nel Pennavaire. Si ritorna sulla strada e si prosegue brevemente su questa in discesa fino a dove finisce nel Rio Ferraia.
Si prosegue ora a sx seguendo il tubo dell’acqua dell’acquedotto, il tubo passa alla dx orografica del rio. L’imbocco è malagevole, una roccia sovrasta il grande tubo e bisogna procedere carponi per pochi metri per superarla fino a quando ci si può rimettere in piedi, si prosegue ora, facendo molta attenzione, sul tubo (scivoloso se umido) o di fianco a questo dove è possibile. Si sale lungo il tubo o di fianco a questo fino a quando si sbuca sul sentiero dove c’è una staccionata, si procede verso dx, e seguendo di nuovo il tubo, lasciando un bivio a sx in salita, si arriva ad una palina che indica in discesa a dx la Cascata del Ferraia, si scende fino alla bella cascata che dopo un salto verticale di 25 metri si tuffa in un piccolo laghetto (in periodo di secca la cascata è asciutta). Si ritorna ora al bivio dalla palina e si sale verso dx, si gira poi a sx in salita per l’Arma du Cupà, lasciando a dx l’ingresso del tunnel dell’acquedotto, questo, lungo circa un centinaio di metri, va a sbucare dal laghetto artificiale sul rio Ferraia. In breve si arriva all’Arma du Cupà (palina) un antro di circa 1000 m quadrati, visitabile, abitato per lungo tempo dall’uomo preistorico. All’interno vi è una misteriosa stalagmite fallica, di fronte all’idolo c’è un camino dalle vaghe sembianze di vulva.
Si ritorna al bivio sotto dal tunnel e si prosegue verso dx sul sentiero lungo il tubo da dove si era arrivati, si lascia il bivio a dx in salita e si prosegue col segnavia due pallini rossi passando dalla staccionata da dove si era arrivati seguendo il tubo dell’acquedotto. Il sentiero sale, passa un punto panoramico e sempre nel bosco giunge al grande cavernone dell’Arma Ravinella. Dopo l’Arma, piena di rinvii e corde appese lasciate dai climber !? si prosegue lungo le maestose falesie delle Ravinelle, i climber stanno tracciando nuove vie di arrampicata, hanno tagliato i primi alberi vicino alle belle e alte falesie che purtroppo sono una continua calata di corde lasciate in loco. Si prosegue sotto le belle falesie e dopo aver risalito un canale si arriva ad una palina nel bosco che indica a sx due belvedere. Il primo, della Ravinella da sul solco della Val Pennavaira e sulle falesie delle Ravinelle. Vicino al secondo belvedere, quello della Giera, poco a destra c’è l’ingresso della Grotta della Giera, dopo i primi metri è molto pericolosa e riservata a speleologi esperti, non avventurarsi all’interno! I belvedere sono protetti da staccionate in legno, attenzione! Ritornati alla palina si prosegue in salita nel bosco seguendo il sentiero fino alla strada asfaltata che dalla Colla di San Giacomo di Aquila porta a Caprauna (palina e pannelli esplicativi).
Si prosegue verso destra sulla strada asfaltata per quasi 6 km, passato un pontino si trova una stradina a destra con staccionata che parte parallela alla principale, palina per Alto e Arma da Via.
Si segue la stradina che con andamento più o meno pianeggiante porta ad Alto. Si trova poco dopo sulla sx la Grotta Taramburla e poi l’Arma da Via, importante riparo utilizzato dalle carovane che percorrevano l’antica via. Anche questa è piena di spit. Si prosegue sempre verso Alto, si passano due caseggiati abbandonati, una sorgente che sgorga dalla roccia, ed un gabbiotto dell’acquedotto. Ad un certo punto si trova sulla dx un sentiero ben marcato che scende tornando indietro (cartello su un albero che indica per grotta di Alto), dopo un pezzo in piano o leggera discesa, scende ripido e scivoloso al greto del fiume Pennavaire proprio di fronte all’imponente e maestosa Arma da Crosa. L’Arma da Crosa con un apertura di oltre 80 metri, è deturpata anch’essa da molte corde lasciate appese e decine di rinvii anche loro in loco. Se è possibile si attraversa il fiume e si va a visitare l’Arma. Ritornati sui propri passi si prosegue sempre verso Alto, si arriva alla falesia dove si era scesi al mattino e con una breve risalita si guadagna la chiesetta di San Sebastiano e si arriva alla piazza della chiesa concludendo l’itinerario.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25.000 n°19
- Bibliografia:
- Passeggiate a Ponente, Opuscolo di Aquila d'arroscia sui sentieri dell'alta Val Pennavaira