Note
Storico
Via su una parete di roccia eccezionale in un angolo particolarmente remoto e suggestivo del Masino, benché sia ben visibile dal fondovalle (e addirittura dalla webcam di San Martino!).
La “Pera del Ferro” è la gigantesca prua di un vascello di un’epoca primordiale sopraffatto da immense onde di granito tutt’intorno; come una perla all’interno dell’ostrica, essa è abbracciata dai pizzi del Ferro che la custodiscono gelosamente.
La via sale la parete sud-ovest, più ripida e compatta, cercando su di essa la linea più logica e proteggibile; è da considerarsi una via di concezione “moderna” ma non certo sportiva: sono stati lasciati solo tre spit di progressione sui nove tiri; quasi tutte le soste inizialmente a chiodi sono state sostituite da un singolo spit con anello di calata. I primi tiri si svolgono sulle placconate che fino a qualche decennio fa erano coperte da un ghiacciaio.
9 Tiri, circa 320 metri + roccette finali.
Difficoltà max 6b (un passaggio); buona parte della via si svolge su placche e diedri su difficoltà più abbordabili.
Sulla via solo 3 spit di progressione, calate e soste attrezzate, e nient’altro.
Materiale: Una serie completa di friends (micro e BD4 non indispensabili), qualche nut piccolo, rinvii allungabili. 2 corde da 60 metri fondamentali per le calate. Martello e chiodi utili ma non indispensabili (in almeno tre occasioni lungo i tiri li abbiamo usati e poi rimossi).
Avvicinamento
La “Pera del Ferro” è la gigantesca prua di un vascello di un’epoca primordiale sopraffatto da immense onde di granito tutt’intorno; come una perla all’interno dell’ostrica, essa è abbracciata dai pizzi del Ferro che la custodiscono gelosamente.
La via sale la parete sud-ovest, più ripida e compatta, cercando su di essa la linea più logica e proteggibile; è da considerarsi una via di concezione “moderna” ma non certo sportiva: sono stati lasciati solo tre spit di progressione sui nove tiri; quasi tutte le soste inizialmente a chiodi sono state sostituite da un singolo spit con anello di calata. I primi tiri si svolgono sulle placconate che fino a qualche decennio fa erano coperte da un ghiacciaio.
9 Tiri, circa 320 metri + roccette finali.
Difficoltà max 6b (un passaggio); buona parte della via si svolge su placche e diedri su difficoltà più abbordabili.
Sulla via solo 3 spit di progressione, calate e soste attrezzate, e nient’altro.
Materiale: Una serie completa di friends (micro e BD4 non indispensabili), qualche nut piccolo, rinvii allungabili. 2 corde da 60 metri fondamentali per le calate. Martello e chiodi utili ma non indispensabili (in almeno tre occasioni lungo i tiri li abbiamo usati e poi rimossi).
Dal bivacco Molteni-Valsecchi si sale superando il bivio del sentiero Roma e si procede drittissimi per pietraia (non particolarmente terribile) fino alla base della Pera, presso le evidentissime placche che scendono sulla sinistra (nevaietto alla base). La via attacca sul margine destro delle placche dove scorre l'acqua di fusione dei nevai superiori (ometto) all'incirca sotto la verticale di un vago diedro dove eventualmente è possibile proteggersi dopo una dozzina di metri (il primo tiro a inizio stagione è sicuramente almeno in parte coperto da un nevaio). (0.50h dal bivacco, 360D+).
Descrizione
- 1 – Salire le stupende e facili placche arancioni fino all’evidentissima prima cengia che le divide. Sosta a destra sulla cengia (spit con maglia rapida). III+ 50m
- 2 – Gradoni verso destra (non salire dritti verso il diedrino sopra la sosta), poi a sinistra lungo un secondo diedro. Sosta da attrezzare a piacimento in una comoda nicchia. IV 25m
- 3 – Proseguire in diagonale verso sinistra scavalcando facili diedri e lame fessurate: risalire il terzo diedro fino a scavalcare il risalto che lo chiude e uscire a destra, dove si sosta (spit con maglia rapida). IV 30m.
- 4 – Salire in leggera diagonale verso sinistra, proteggendosi dove possibile: segue un lungo tratto in placca (spit visibile dalla sosta ma assai lontano). Passo delicato nei pressi dell’unico spit, poi ancora – ma leggermente più facile – fino alla sosta a sinistra di un diedrino (singolo spit: il secondo che si incontra). 6a/6a+ 30m (1 spit).
- 5 – Superare il diedrino orizzontalmente verso destra puntando alle prime fessure proteggibili visibili in alto a una decina di metri (tratto sprotetto ma su placche di roccia lavoratissima). Risalire il diedro fessurato e poi uscire puntando, sempre in diagonale verso destra, al logico diedro che sembra la via di uscita più facile da questo tratto di parete. Proteggersi alla base e risalirlo (passo difficile in partenza). Sosta su spit con anello qualche metro oltre la fine del diedro. VI- 35m.
- 6 – A destra dalla sosta fino allo spigolo, non superarlo ma salire in verticale il vago diedro nascosto tra le due facce della parete, su roccia ben ammanigliata. Raggiunta la splendida placca fessurata che costeggia il gigantesco diedro seguirla interamente verso sinistra fino in sosta (spit con anello di calata). IV 50m
- 7 – Il superamento dello strapiombo. A destra della sosta (proteggersi nella fessura alla base del salto), passo faticoso e di equilibrio per salire sull’aggettante vena che taglia il muro. Spit una volta superato il passaggio. Uscire poi più facilmente verso destra, risalire un secondo facile saltino (spit in uscita). Proseguire facilmente fino a una nicchia erbosa dove si sosta (spit). 6b, 25m, 2 spit.
- 8 – Risalire a piacimento le belle lame e fessure per una trentina di metri fino all’ovvio risalto finale solcato da alcuni diedri fessurati. Sosta a destra alla base di una splendida placca (spit con anello di calata). III+ 30m.
- 9 – Salire interamente il primo vago diedro/lama (quello più a destra); al termine della fessura proseguire dritti fino alla sosta finale sempre sulla verticale (spit con anello di calata). IV+ 45m.
- 10 – Dalla sosta finale si sale per blocchi e risalti fino al “picciolo” della pera, circa trenta metri, e sostare su clessidre alla base; poi si torna disarrampicando e assicurandosi a vicenda alla sosta finale (III max).
Discesa: 5 calate molto lunghe. Dalla S9 alla S8. Dalla S8 alla S6 (alla base dello strapiombo del tiro chiave). Dalla S6 alla S5 (scendere diretti quasi sulla verticale, non scendere lungo la placca: la sosta successiva è presto visibile sotto). Dalla S5 alla S3 (anche in questo caso scendere diretti sulla verticale – ignorando il diedro e il percorso di salita). Dalla S3 alla S1 e poi fino a terra.
Prima salita: Lorenzo "Poty" Casolini & Matteo Bedendo, 6 Agosto 2023.
La “Pera” sembra essere stata salita in passato da Ivan Guerini dal versante sud lungo la via più facile e logica di questo versante.
La “Pera” sembra essere stata salita in passato da Ivan Guerini dal versante sud lungo la via più facile e logica di questo versante.
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