itinerario n° 373 a.
Attenzione: l’itinerario sotto descritto del canale roccioso-detritico, ricalca esattamente la relazione 373 a della guida GRAN PARADISO di Andreis-Chabod-Santi ed. CAI-TCI, dove il relatore dice che il tempo impiegato da COOLIDGE e ALMER, dimostra che non si incontrano difficoltà degne di nota. Personalmente penso che per Coolidge e Almer sia stata una passeggiata, ma per i comuni mortali, ve l’ho assicuro non è così, tanto che sono anche in difficoltà a stabilire un grado di difficoltà alpinistica, in quanto si è in presenza non di difficoltà particolari di arrampicata ma bensì di un insieme di “tutto dove tocchi frana e dove pensi di attaccarti, ti restano le pietre in mano su terreno ripido”. Sicuramente è un itinerario che non consiglio di percorrere.
Dopo aver parcheggiato l’auto lungo la strada immediatamente prima della sbarra del divieto, si segue la strada sterrata in leggerissima discesa e dopo circa tre km, a sinistra inizia il sentiero n° 9 che sale verso il Pian Borgno; giunti nei pressi del casotto PNGP, vi è un bivio, tenere il sentiero basso a destra in leggera discesa va ad attraversare il rio su un bel ponticello in legno e taglia sotto la bastionata della Cresta dell’Aouillé e giunge su una sella della dorsale, quota 2615 circa, che dà sul Vallone delle Meyes. Scendere brevemente al pianoro del vallone, attraversare il rio su una passerella di grosse pietre, risalire il piano fino ad incrociare il sentiero n° 6, salire a sinistra su buona traccia pianeggiante fino ad incrociare un piccolo corso d’acqua; svoltare ora a sinistra e risalire su prati puntando alla destra della morena. Senza salire sulla morena, continuare a salire a destra su prati fino quando questi si perdono nella morena; proseguire su morena, ogni tanto qualche traccia di ometto in pietra, puntare alla depressione del Colle Percià. Dai pressi del colle eseguire un traverso verso destra contro le rocce della parete sud-est, alla sommità di un pendio ripido di sfasciumi posati su roccia, fino a raggiungere il fondo del canale che scende dall’alto. Risalire il canale di sfasciumi fino ad incontrare un muretto di un paio di metri; segue un tratto di arrampicata a destra su rocce più salde, oppure a sinistra in un stretto e inclinato canalino di roccia scivolosa con minuscoli appigli apparentemente più facile, per poi ritornare nel canale lungo una cengia superiore in orizzontale; salire la parte superiore del canale di pietre leggermente più stabili e poco dopo si esce sulla cresta pianeggiante fra le due cime. Si va verso sinistra e passando ai piedi del piccolo torrione con buco ( che dà il nome alla vetta), si giunge all’ometto in pietra con paletto in alluminio della punta sud, m. 3227. Si ritorna all’imbocco del canale di salita si prosegue ora su larga e piatta dorsale detritica fino a raggiungere il cumulo di pietre della punta nord, m. 3212. Discesa per buona traccia di sentiero che scende al Colle dell’Entrelor, m. 3007 e seguendo il sentiero n° 2 si scende fino ai Laghi Djouan, dove a destra inizia il sentiero n° 6 e 9 che attraversa il Vallone di Nampio e risale al Col Manteau, m. 2789 da dove si scende nel Vallone della Meyes ad incrociare il sentiero di salita e fare ritorno al Nivolè.
- Cartografia:
- L'Escursionista - carta dei sentieri n. 14
- Bibliografia:
- CAI_TCI Gran Paradiso