Pertià (Testa di) o Betassa da Calsazio per la Casaforte di Pertià

Pertià (Testa di) o Betassa da Calsazio per la Casaforte di Pertià
La gita
giuliof
5 18/11/2012

Salito ieri e pernottato in una baita semi diroccata a Betassa. Sbucato nei prati dopo un paio d’ore dalla partenza tramite la mulattiera riscoperta da Franco/Giuseppe: si perde per alcuni tratti in mezzo alle foglie alte ma poi la si ritrova grazie a qualche ometto posto da chi mi ha preceduto. Visionate le varie baite per stabilire dove avrei passato la notte, dopo aver posato il pesante zaino nel siffatto campo base, salgo quindi in cima. Un paio di appigli che mi sono rimasti in mano, nonostante la roccia sembri molto solida e qualche graffio in mezzo ai rovi contribuiscono a dare alla gita il tocco di wilderness che mi aspettavo. Questo rilievo è molto intrigante, dal canalino ad est si sale agevolmente seguendo tracce di animali e brevi passaggi I/II^ quasi sempre facilitati dalla presenza di alberi ed arbusti, ma le varie cenge e balconcini credo offrano anche altre alternative. Avevo provato senza riuscirvi 2 volte dal lato nord dalla bocchetta omonima. Spettacolare il colpo d’occhio sulla valle di Ribordone. Se la baita con pagliericcio mi ha reso vita facile quale riparo per la notte senza il bisogno di inventarmi qualche cosa di esterno, l’approvvigionamento d’acqua non è stato altrettanto comodo. Fontane e ruscelli a quest’altezza ed in questa stagione non ne ho trovati ed ho dovuto attingere da un filo d’acqua che esce dal terriccio a sinistra della borgata, praticamente da una pozza dove sguazzano anfibi e coleotteri di tutti i tipi ma io invece di schifarmi concludo che un’ acqua così piena di vita deve essere buona, tutt’altro che inquinata! Con paziente e laboriosa scrematura per non smuovere il torbido fondale raccolgo quindi il prezioso liquido facendolo decantare prima della bollitura ed il successivo utilizzo. Dopo nottata tranquilla e meritata colazione saluto e ringrazio il rudere per l’ospitalità e proseguo sul traverso per la casa forte di Re Arduino e quindi per la discesa dal solito sentiero con i bolli rossi che rispetto alla mulattiera della salita offre anche un paio di ottimi punti panoramici sull’altro versate della valle dell’Orco che appare innevato poco sopra i 1500 m. essendo rivolto a nord. Nell’ultimo tratto della discesa ho abbandonato il sentiero principale e sono sceso a Nosè e rientrato su asfalto. Bella gita che permette di mettere in pratica piccoli accorgimenti per la “vita nel bosco” che le escursioni giornaliere o con appoggio a bivacchi e rifugi non offrono l’occasione di sperimentare.

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