Inserito EE per il dislivello, ma il sentiero è molto agevole, come spesso capita su queste montagne.
L´itinerario si salita parte dalla sterrata che si dirige a S, riconoscibile per l’indicazione per il Rifugio Barrasso (l'altra sterrata, diretta a E, scende nella Valle dell’Orfento e si riconosce per il pannello segnaletico di legno posto al suo avvio).
Dal parcheggio di Guado Sant’Antonio si segue l´evidente sterrata che si dirige a S, fino al Rifugio Guado Sant’Antonio (q. 1257 m, stazzo con abbeveratoio); da qui il sentiero piega a W, attraversando un fosso, e risale la Macchialonga immettendosi sul tracciato del sentiero n° 15B. Seguendo la traccia che solca il pendio erboso, si guadagna rapidamente quota e si arriva al Rifugio Barrasso (q. 1542 m).
L´itinerario prosegue sulla sinistra orografica del fosso che solca il Prato della Corte, con una monotona e faticosa salita fino a q. 1900 m circa, dove si trova un´ampia conca erbosa delimitata parzialmente da pini mughi, ed appare alla vista il M. Rapina con la retrostante dorsale del Pescofalcone.
Volendo raggiungere questa cima rimanere in cresta. Tornare quindi indietro al bivio. Si aggira la conca sul lato sinistro e, in corrispondenza di un ometto segnavia (q. 2015 m circa) si devia a sinistra seguendo la traccia che attraversa a mezzacosta il versante E del Rapina.
Facendosi strada nella fitta distesa di pini mughi, si raggiungono le roccette di q. 2153 m e si ritorna in cresta; da qui in poi la salita avviene su fondo sassoso seguendo i poco visibili paletti segnavia di legno. Superati alcuni passaggi sul versante W, la cresta si allarga in prossimità dell’anticima N (q. 2627 m, croce metallica) e termina sull’ampia sommità del monte (targa metallica su piedistallo).