Classificato come EE in quanto l'escursione si svolge in larga parte su sentieri poco battuti e facili a smarrirsi. La morfologia generale della zona,molto ripida, pietrosa e ricca di ostacoli naturali (cenge, dirupi, zone di "giungla"), specie per quanto riguarda la cresta spartiacque tra la Valle Eugio e la Valle Orco,richiede quindi, specialmente in caso di perdita della traccia, una certa esperienza di montagna.
Inolte la discesa verso Uggietti, che si svolge all'interno di un magnifico bosco di faggi, è praticamente priva di sentiero.Un buon bastone o coppia di racchette sono consigliabili.
Arrivati alla frazione Balmetta (40 min. seguendo l’itinerario da me descritto per il Lago d’Eugio(1)), dovrebbe essere visibile, nei pressi delle prime abitazioni, un sentiero che svolta a sinistra, portandosi sulla cresta spartiacque, e qui comincia a salire più deciso attraverso un sistema di terrazzamenti notevole (è quello tratteggiato in nero sulla IGC 1:25000, direzione Fuet).
Se non trovaste subito la traccia: appena sotto le prime case della sopraccitata frazione piegate a sinistra in direzione della Valle Orco e, in poco tempo, vi troverete nella zona terrazzata; qui sarà facile trovare il sentiero, che passa in mezzo a questi ex coltivi.
Tale via è stata ripulita alcuni anni fa dagli Alpini di Locana, per portare giù la campana.
Seguendo il tracciato, ad un certo punto risulterà chiaramente visibile, tra le chiome degli alberi, il bianco campanile della chiesa.
Da questo punto in poi il sentiero svolta a destra, aggirando così il soprastante costone roccioso, e continua a salire ripido verso la fraz.Pianfè.
Ad un certo punto incontrerete un primo sentierino che si abbassa sulla sinistra in mezzo ai noccioli, poi un secondo ben più evidente: è questo che dovrete seguire per dirigervi alla chiesetta (fraz. Fuet). Fino a questo punto la strada è stata segnata quest’anno, credo per errore (hanno appena risegnato il sentiero per l’Eugio), in quanto i segnali rossi finiscono inspiegabilmente proprio in questo punto.
Se avete una bussola prendete dei riferimenti, perchè da questo punto in poi non vedrete più il campanile. (20-30 min)
Il sentierino che porta al Fuet, assai poco evidente (per non perderlo camminate con calma, cercando di memorizzare il percorso), dopo essersi abbassato leggermente riprende tosto a salire, fino a ricongiungersi alla “strada comunale della Pezza”.
Da questo punto in poi nel giro di pochi minuti vi troverete dinanzi alla frazione Fuet (1261 m), ormani totalmente diroccata, con la sua chiesetta (ancora in buono stato, specie il campanile). (20 -30 min).
A questo punto occorre salire dietro la borgata in direzione nord-ovest fino a raggiungere i ruderi di Ceresa ( 1360 m ca) ( 15-20 min); da qui proseguite quasi in piano a sinistra delle case, per tracce di sentiero ( anche qui ormai quasi del tutto invisibile) fino alle case di Giassetto ( 1369 m) ( 15 min). Continuando a camminare nella stessa direzione, per sentiero più evidente, si arriva fino a Testa d’Aj, ove è presente una stazione intermedia del piano inclinato Rosone-Pozzo ( 10 min), da cui si può godere un buon panorama. Arrivati a questo punto è necessario tornare sui propri passi, sino a raggiungere nuovamente i ruderi di Ceresa, oltrepassati i quali è necessario salire quasi in verticale, seguendo per quanto possibile ciò che resta della antica mulattiera, sino a raggingere la Pezza ( 1415m).
Tenete presente che questa borgata si trova proprio all’inizio del bosco di abete rosso ( 15-20 min). Immediatamente oltre il nucleo delle abitazioni, in prossimità di una zona ove era presumibilmente presente una fontana, abbandonate la traccia che sale verso l’Alpe I Pis e cominciate a scendere in direzione Locana, inizialmente sotto copertura di abete rosso, cercando per quanto possibile di tenervi in prossimità della cresta spartiacque, ove, incassata tra bassi muretti di pietra, corre la mulattiera che porta alle borgata Pianfè ( 1310 m ), ormai totalmente invasa dai noccioli ( 20 min). Se aveste delle difficoltà a rintracciare i resti della mulattiera, cercate di seguire una tubazione, che partendo dalla succitata “fontana” della Pezza portava l’acqua alla borgata, e risulta ben visibile in più punti del percorso.
Poco a destra della frazione Pianfè si trova un ex prato/pascolo ormai totalmente degradato, da cui si gode una buona vista sul fondovalle, posto praticamente sulla cresta spartiacque. Dalle case di Pianfè abbassarsi leggermente in direzione della Valle Orco, fino a scorgere una pilone votivo di pietra diroccato, laddove arriva la mulattiera Balmetta-Pianfè, abbandonata in precedenza per recarsi al Fuet. Da questa cappella, proseguendo quasi in piano in direzione Rosone, si incontrano prima due edifici isolati ( località Cappella) e quindi i ruderi della borgata Suc. ( 10 – 15 min ).
A questo punto occorre ritornare nelle vicinanze del prato-pascolo di Pianfè;lasciatolo alla vostra destra, abbassatevi lungo il versante ds.idrografico della Valle Eugio (presenti alcuni terrazzamenti); al di sotto delle opere di spianamento, cominciate a scendere verso destra, cercando di seguire le discontinue tracce di sentiero (non quelle dei cinghiali, qui abbondantissimi!) e di scegliere di volta in volta i percorsi più agevoli, evitando di percorrere lose e facendo attenzione a quelle coperte dalle foglie (molto infide). Il versante è un pò ripido (bastone), ma se percorso con calma ed intelligenza, non è causa di particolari difficoltà.
Ad un certo punto la traccia di sentiero si fa più evidente, ed in breve si giunge alla passerella di legno di Uggietti. (20 min).
Da qui seguire in discesa il sentiero che , ben pulito e segnato, ci porta alla frazione Veso (1120 m) e quindi di nuovo a Balmetta. (20 min)
Da qui ridiscendere fino alla loc. Cussalma (1).
- Cartografia:
- carta igc 1:25000 n°101 e 1:50000 pngp
- Bibliografia:
- (1)Lago d'Eugio da Locana (www.gulliver.it)