Una bellissima linea che abbiamo studiato e guardato in questo ultimo periodo. Il giorno precedente (venerdì) abbiamo salito il primo tiro, poi non ci siamo fidati ad attaccare nel secondo. Sabato invece siamo partiti caldi, il primo tiro (ghiaccio sottile) è cresciuto circa due-tre centimetri in spessore, quindi le viti corte sono entrate completamente. Sostato tutto a destra su ghiaccio un po’ giallastro.
Poi il secondo tiro, si sale su una spessa crosta da rigelo a sinistra fino ad entrare in un “grottino” tra le due colonne che si sono formate quest’anno. Entrambe quest’anno toccano la base, quella a destra è più grossa ma ha frange strapiombanti. Quindi sono salto tra le due colonne, mettendo delle viti a bomba su una linea di ghiaccio incollata alla roccia nel grottino tra le due colonne; poi sono salito in opposizione con picche sul colonnino di sinistra e schiena su colonna di destra (di cui qualche grossa frangia ogni tanto si staccava se colpita con il casco); poi mi sono sporto sul velo verticale, bello liscio ma con un piedino provvidenziale per poter fare il passaggio in traverso. Poi la parte verticale è davvero corta.
Sosta ottima su ghiaccio alla fine della colonna; poi abbiamo continuato seguendo la rampa a destra, con qualche passaggio verticale e ghiaccio un po’ in degrado dopo il primo passaggio. In questo tiro ho usato un friend 0.4 per proteggermi su un masso incastrato dal ghiaccio. Ci siamo fermati prima del nevaio, in modo da poter scendere su un sicuro abalakov secco (una sola calata).
Temperature di poco sopra lo zero, poca acqua colava dalla colonna destra, la sinistra era praticamente secca.
Occhio ad eventuali sbalzi di temperature (positivi e negativi). Non abbiamo trovato soste in posto; è stato incredibile vedere quanto è cresciuta la cascata in una sola notte, rendendo la salita più sicura.
Con Diego supermotivato frequentatore del Pian della Regina!