La discesa della cresta sud di Cima Piana sul colle omonimo, nettamente più difficile rispetto a tutto il resto della gita, può essere evitata ripercorrendo l’ itinerario di salita fino a qualche centinaio di metri a monte del Col Croix (2287m) da dove si possono costeggiare, in direzione del colle, i ripidi pendii terminali del versante sud di Cima Pina. In questo caso calcolare circa un’ ora in più per la discesa. Un’ alternativa più rapida è quella di rinunciare a salire Cima Piana dirigendosi direttamente al colle omonimo e da questo eventualmente raggiungere la vicina Cima Perche (2396m), anche nota come Cima Triomo, che domina a sud il colle.
Raggiungere Cima Piana (2512m) per l’ itinerario classico che sale da Mont Blanc (Champorcher).
Dalla cima abbassarsi lungo la cresta sud inizialmente ampia, successivamente più ristretta, aggirando alcuni affioramenti rocciosi sul versante Champorcher. Si perviene così sulla sommità di un più evidente salto roccioso dal quale diviene visibile il Col Cima Piana (2300m ca.) posto sullo spartiacque Champorcher-Boccueil. Aggirare questo salto sul versante Champorcher, scendere ancora lungo la cresta (grosso segnale a tronco di cono in pietra con indicazione segnavia n. 3a) e quando questa perde inclinazione raggiungere la sottostante conca sul versante Boccoueil (a sinistra scendendo) dove un poco più in basso si trovano alcuni menhir, lascito delle antiche popolazioni germaniche che abitavano questi valloni ed alle quali si devono alcuni dei toponimi dei sottostanti abitati (Gorf, Boden). Attraversare in piano in direzione del colle che si individua alla base del versante sud-est della costiera Cima Piana-Mont Grimon posto al termine della dorsale che separa il vallone di Boccoueil dal vallone di Chalamy (Champdepraz). Da detto colle scendere in direzione nord-est inizialmente su ampi pendii, per portarsi sull’ evidente filo di cresta della dorsale Boccoueil-Chalamy, qui quasi pianeggiante, che si percorre. Al termine di questo tratto si perviene su una ampia spalla da dove si individua il sottostante Bec Gavin (2001m). Scendere per bei pendii fino a quando questi perdono inclinazione, alcune centinaia di metri più a monte (sud-ovest) del punto di massima depressione che precede la sommità del Bec Gavin. Non proseguire per la dorsale, ma piegare sul versante Chalamy per raggiungere la traccia di sentiero che sale obliqua sul fianco nord-ovest della dorsale (se si prosegue per essa, la discesa sul versante Chalamy diviene ostacolata da un fitto bosco). Seguirla fino al pianoro sottostante, piegare leggermente verso sinistra (nord) per raggiungere un ampio pendio aperto poco inclinato che si scende fino a costeggiare l’ Alpe di Pana (o Panaz, 1829m) che si lascia sulla sinistra. Individuare un’ ampia traccia di sentiero all’ ingresso del sottostante bosco di pino uncinato (palina del Parco dell’ Avic) e percorrerla in leggera discesa sino ai ruderi dell’ Alpe Quicord (1650m ca.) che si trova quasi sul filo di una dorsale secondaria posta tra le dorsali che il Bec di Nona (2331m), ultima elevazione verso nord della costiera Cima Piana-Mont Grimon, ed il Bec Gavin dirigono verso nord-est. Scendere al colle sottostante e con spostamento quasi pianeggiante in direzione nord, raggiungere una spalla della dorsale su cui si trovano un grande masso erratico ed un segnale indicatore del Parco dell’ Avic. All’estremità nord della spalla reperire il sentiero che con ripide svolte si inoltra nel bosco, dapprima di pino uncinato ed in seguito di faggio, che ripido scende sull’abitato di Boden. Se il bosco risulta scarsamente innevato, conviene seguire fedelmente l’ ampio sentiero che risulta comunque ben sciabile. Raggiunto l’ abitato di Boden, proseguire lungo la carrozzabile che sale dal Ponte di Gorf fin dove si è parcheggiata la vettura.
- Cartografia:
- IGC Ivrea Biella Bassa Valle d'Aosta
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia Emilius-Rosa dei Banchi