avvicinamento: lasciata l’auto alla cappelletta, imboccare la traccia oltre il muretto di cui parlano le relazioni, e vagare ad minchiam (cfr F.S.) per oltre mezz’ora, e dopo aver perso la speranza piu’ volte, puo’ capitare di imbattersi nell’attacco della via, prima la variante e poi l’originale – il primo tiro che abbiam trovato ha la prima protezione rossa, secondo una relazione si tratta del secondo tiro, ma sotto di noi c’era solo giungla… se fossi in grado di dare qualche indicazione piu’ utile, lo farei volentieri…
via: in crescendo, ben protetta, riserva due tiri sensazionali con l’uscita di sinistra. Usato qualche friend soprattutto per addomesticare i numerosi tratti bagnati in basso. Abbiamo fatto la variante piu’ diretta a meta’ via, anche perche’ non abbiamo capito dove andava l’originale dopo il primo fittone. Roccia molto bella, mai unta. Davvero contenti di esserne venuti a capo date le colate copiose sui primi tiri e il vento freddo in alto – ma non eravamo gli unici pazzi sul Pianarella…
discesa: nelle tenebrae
terzo tempo: ottimi aperitivo e cena a Ca’ di Alice – ospitali, gentili e bravi in cucina!
Sull’ultimo tiro mi veniva da cantare, era un po’ che non succedeva…