Abbiamo osservato la parete Est di Pienasea per una settimana dalla “nostra” casa di Pontechianale, domandandoci ripetutamente se fosse in condizione oppure no, ed alla fine abbiamo deciso di andare a vedere, per dirla alla Mario Monaco. Scarponi ai piedi direttamente dal garage, partiamo verso le 5 sotto una stellata memorabile e fortunatamente un buon rigelo notturno. Ci inoltriamo nel vallone di Fiutrusa camminando su neve portante, attraversiamo un paio di vecchie valanghe, e in un niente siamo nel bosco. Da qui in poi neve da battere, qua e la un paio di vecchie tracce di sci coperte da altra neve riportata e buio pesto. Le frontali sembrano due fiammiferi in mezzo alla giungla. Fabione tiene alto il ritmo, ed io inseguo sempre qualche metro più indietro. Usciamo dal bosco, attraversiamo il ponte e…splash sono con un piede a mollo. Nulla di grave,lo scarpone tiene bene, proseguiamo e un’alba meravigliosa ci accoglie alla base della parete. La Nord del Ferra si colora di blu, la nostra Est si dipinge di rosa. Bellissimo. Anche le nostre ombre sembrano blu. Ci fermiamo qualche minuto a scattare foto, poi ramponi ai piedi e via, siamo in parete. Ci alterniamo nella tracciatura, la neve è abbondante ma sicura. Faticosamente raggiungiamo la cima, breve corsa alla croce e siamo pronti a scendere. Nonostante le previsioni del rialzo termico, qui fa abb freddo. Si parte. Vado prima io, un paio di curve nello stretto, poi mi fermo. Fabio mi raggiunge. Entriamo in parete. La neve è superlativa. Curve, curve ed ancora curve. L’esposizione è massima ma non si percepisce. Cautamente “sbrighiamo” il breve traverso , e sotto di noi un’altra prateria ci aspetta. Sono gasatissimo. Curvoni ai mille all’ora e in pochi istanti siamo già alla base. Mi volto e guardo le nostre tracce, troppo figo. Ci scambiamo un occhiata d’intesa e proseguiamo verso valle. Non siamo ancora alla strada che mi suona il cell. Incredibile, il mio telefono non prende mai, nemmeno in casa. Mi fermo un istante, è Michi che stamattina ha rinunciato alla salita e ci aspetta a casa. Ha provato a chiamarmi. Gli scrivo 3 parole: “butta l’acqua”. In pochi minuti siamo a casa,non è nemmeno l’una, quando entro lui mi guarda e mi dice: “c’era una neve della madonna, vi ho guardati scendere”. Corro fuori sul balcone binocolo in mano, cerco le nostre tracce in parete, sono emozionato. Rientro dentro, un pasta squisita e 2 bottiglie di vino rosso ci aspettano. Un’altra grande giornata.