- Accesso stradale
- Da Rochemolles alla diga sterrato in discrete condizioni. Non adatto comunque ad auto basse
Partiti dalla diga di Rochemolles che abbiamo attraversato. Non si potrebbe, va detto, ma a piedi non siamo stati fermati nè criticati. Attenzione, la strada che percorre la sponda destra idrografica del lago, quella che inizia a monte di esso, è chiusa al traffico per frana.
10 minuti su strada e si arriva al bivio per il Colle della Pelouse. Sentiero ascensore,800 m di dislivello senza allontanarsi dal punto di partenza. Cresta con traccia, quasi un sentiero, infinita, con qualche sali e scendi. Quasi tutti i passaggi ostici sono evitabili su sfasciumi, gradoni e mettendo le mani qua e là. Ometti su tutto il percorso. Il bivio per il traverso non si vede ma si intuisce, ad oggi, traccia evidente. I bolli gialli sbiaditi ci sono ma iniziano dopo circa 100m del traverso, sfasciumi, non si tocca neve o ghiaccio. Per il canale, la descrizione è ben fatta , i vari commenti utili ma, quando si arriva sul posto, non è facile renderli concreti, è tutto simile e tutto poco invitante. Io ho sbagliato, ammetto, ho superato il canale attrezzato (la sosta è in alto, non si vede) e ho raggiunto un altro canale, quasi sulla cresta NO, cordone rotto a terra, verde, vecchio chiodo, ometto e fettuccia invitante in alto visibile. Questo canale non è facilmente proteggibile, meno facile di quanto sembri, la fettuccia lunga trovata non è affatto sicura, probabilmente messa per una calata di fortuna. Percorsa una cengia ascendente a destra (II grado), porta su un’antecima. Da qui sono sceso per 4-5m disarrampicando, verticale ed esposto. Traccia su sfasciumi e roccette, in 15 minuti si tocca la vetta. Disceso alla selletta, un ometto in basso a sinistra, con alle spalle la cima, indica il canale giusto e una sosta a spit con catena e anello di calata. Prima doppia 15 metri, seconda doppia 25m (anch’essa su sosta) ma si può interrompere prima disarrampicado tra gli sfasciumi. Il canale è pieno di pietre di ogni dimensione pericolanti, per tirare giù la corda dall’ultima doppia, meglio mettersi al riparo, c’è un’ottima e gradita sporgenza rocciosa nelle vicinanze.