Ritorno Rosazza - Piedicavallo su strada asfaltata - circa 2-3 km
Tempi: 4 ore alla Pietra Bianca e 4 ore per la discesa fino a Rosazza
Da Piedicavallo (1037 m), lasciata l’auto al parcheggio del parco delle Ravere, inizia un sentiero (E41) che costeggia la sinistra orografica del torrente Cervo fino al ponte in muratura che supera il torrente e immette al Pianlin, nell’area in cui si mescolano le acque del Cervo e dell’Irogna.
Ci si trova ora all’imbocco del vallone Irogna, del quale si sale la sinistra orografica per un marcato sentiero che si snoda tra cespugli per poi guadare il torrente (attenzione in primavera, il guado può essere poco agevole e scivoloso). Sulla sponda opposta, si sale un tratto a scalinata, poi ci si avvia in leggera discesa verso il greto del torrente, ramificato e cosparso di grossi massi; si passa sull’altro lato, in ascesa, dove su un modesto ripiano sorge l’alpe Olmo (1351 m). Si procede ora sulla sinistra orografica, dapprima vicino al fondovalle, tra il morenico e le alluvioni ricoperte da un sottilissimo strato di terreno cespuglioso, poi con numerose giravolte ci si alza sul fianco della costa, qui caratterizzata dall’affioramento di rocce, pervenendo in una zona a pascolo, dove si incontrano prima rovine di casere, poi la nuova costruzione.
Una scritta ci avverte che siamo all’alpe Irogna Inferiore (1601 m).
Ci si dirige ora verso un rialzo roccioso posto sulla destra, dapprima con dolce pendenza e tra i pascoli, poi tra i cespugli; si passa alla base il rialzo e si sale sulla groppa, dove sorge una teleferica.
Dopo qualche metro, si dirama a destra il sentiero E49 per il rifugio della Vecchia e, appena a monte, si incontrano quelle che erano le casere di Irogna Superiore (1752 m).
Lasciata la costruzione, si prosegue sul buon sentiero verso la soprastante alpe Scala (1871 m), come indica un’altra scritta.
Si prosegue per il ripido fianco, tra zolle erbose e massi, spostandosi verso occidente, fino ad un minuscolo ripiano verdeggiante, dove compare all’ultimo momento la rustica costruzione del Giaspret (2136 m), la casera più elevata di questo vallone, situata in ambiente già assai severo, per l’incombente sperone che qui è inclinatissimo e roccioso, mentre l’ampia testata è disseminata di detriti che lasciano scoperta qua e là la nuda roccia.
Lasciata a sinistra la piccola ma robustissima costruzione, ci si alza con alcune svolte su un dossetto erboso, per poi attraversare una frana detritica e ci si porta verso un rialzo e una conca in cui è incluso un laghetto, che appare improvvisamente, a quota di circa 2300 m.
La depressione rocciosa, a valle cosparsa di detriti e da cui inizia un canale, che si vede sulla cresta W è un colletto della cresta N della Pietra Bianca: infatti non è visibile da qui il colle del Lupo, che si trova dietro un rialzo; su questo bisogna porsi e risalirlo tra rocce, massi e rade zolle, pervenendo quindi al colle del Lupo o Tourrison (2340 m) segnato da una croce di legno.
Dal colle si può raggiungere la vetta della Pietra Bianca in circa mezz’ora lungo la cresta a sinistra del colle, oppure salire al Cresto impiegando circa 45 minuti percorrendo la cresta a destra del colle.
Si prosegue dunque su cresta fino alla caratteristica cima della Pietra Bianca e si raggiunge il colle Gragliasca secondo 2 alternative
a) lungo la cresta direttamente al colle aggirando alcuni speroni rocciosi
b) scendendo al lago Torretta attraverso il prato sottostante la cima passando in un canalino pietroso verso sinistra per evitare un salto roccioso nella parte destra della discesa.
Si incrocia quindi il sentiero che dal lago porta al colle in 20 min.
Dal colle gragliasca (2210m) si percorre la bella e lunga mulattiera fino al centro di Rosazza da cui si può rientrare a Piedicavallo su strada
NB. descrizione tratta in parte dal sito della comunità montana Valle Cervo
- Cartografia:
- Carta del Biellese e bassa Valle d'Aosta
- Bibliografia:
- Nuova guida alle Alpi biellesi, Giancarlo Regis e Renza Piana Regis