Partendo da fondovalle numerosi sentieri solcano questi pendii e gli stradelli che si incontrano per via oggi sono per lo più finalizzati all’esbosco. Salendo al crinale divisorio tra le due valli ci si immette su di una traccia che provenendo dalla Colletta di Cumiana lo percorre lungamente con continui saliscendi in direzione del colle della Frascà. E’ un tratto del sentiero DB, David Bertrand. Parte da Roletto e traversando lungamente per monti termina a Piossasco. Giunti a questo colle una traccia conduce alla borgata di Pratovigero da dove si può salire alla croce di vetta del monte Pietraborga per la “direttissima”, tratto di sentiero assai ripido che la raggiunge, oppure percorrendo la più agevole normale che transita per il colle di Damone: alternativa che comunque in parte si utilizzerà poi per scendere. Ritornati al colle della Frascà si rientra ad Allivellatori per altra via.
La modesta cima del monte Pietraborga, sulla quale merita salire perché facilmente raggiungibile da molte parti, è un punto panoramico assai notevole, specie con giornate terse e serene, aprendosi lo sguardo da una parte verso la pianura, Torino e la sua collina, dall’altra verso la cerchia di monti che vanno dalle Marittime, al Rosa e ancora oltre.
Molto interessante, e poco conosciuto, il sito di enormi menhir posto poco prima della vetta.
Itinerario piuttosto lungo, circa 16 km .
Relazione tratta da http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=7165
Tornando indietro dalla chiesa per un breve tratto ci si addentra per poco tra le case prendendo a destra la via don Domenico Gaude, nel punto in cui un scritta sbiadita sul muro di una casa recita “Via maestra a Trana”. Al primo bivio si mantiene la destra subito diventando la strada uno stradello che costeggiando alcune case recintate traversa poi per coltivi e prati in abbandono, tornati ad essere bosco, superando di seguito su di un ponticello il rio Tori. Continuando lungamente in piano, con già in vista il crinale che si dovrà raggiungere, stando sempre sulla traccia principale si guada più avanti un rio rimanendo sullo stradello che oltre una sbarra di interdizione prende a salire costeggiando un esteso muraglione, poi delle case, più su un’ultima molto più grande colorata in rosa dove sul frontale spicca una statua della Vergine con sotto una singolare scritta. Sul retro dell’edificio riparte lo stradello che si percorre lungamente sino a che raggiungerà il crinale. Rasentando una siepe di bosso ci si addentra nel bosco giungendo ad un successivo bivio, dove si prende a sinistra, riprendendo a salire, faticosamente, perché alcuni tratti sono assai ripidi. Superato, nel procedere, un enorme traliccio elettrico la pendenza s’attenua quando si raggiunge sul crinale, il colle del Teit nel punto in cui transita il sentiero DB, David Bertrand, lì trovando un quadrivio di stradelli. Sulla sinistra si va alla Colletta di Cumiana, frontalmente si scende alla borgata S. Giovanni di Trana, mentre sulla destra si prosegue in direzione del colle della Frascà sempre mantenendosi sul crinale che si affronta con alcuni saliscendi. Riprendendo a salire per un tratto si transita per la cima del Truc Mongrosso oltre il quale un lungo tratto discendente porta la traccia al colle della Frascà, dove si prende a sinistra, perché verso destra si scenderà per tornare. Inizialmente in piano si percorre il versante della val Sangone superando per via in punto in cui sulla destra il sentiero DB sale al colle di Damone, traccia che si utilizzerà poi si tornare. Superato più avanti un modesto rio, spesso asciutto, si raggiungono le case del Barbar, primo nucleo abitativo della borgata di Pratovigero. Alla successiva svolta si prosegue diritti salendo ad altre case così giungendo alla dirittura che porta alla chiesa di S. Pancrazio. Poco prima sulla sinistra si trova la fontana. Superata la chiesa, raggiunta l’ultima casa, sulla destra parte una traccia che subito sale ripida costeggiando inizialmente prati tornati ad essere bosco. Questa traccia, detta “La direttissima”, salendo lungamente nel bosco termina alle rocce ai piedi del monte Pietraborga. Dalla borgata Pratovigero si raggiunge la base di questo monte in un mezzoretta abbondante. Sconsigliata dopo la pioggia perché ripida, a tratti fangosa e assai scivolosa.
Altrimenti, presso il vecchio forno della borgata si prende la traccia che sale al colle di Damone (Da Mount) e da questo, seguendo a sinistra l’indicazione del “Sentiero dei Celti”, ci si porta sul crinale che si percorre lungamente sino alle rocce alla base della cima. Scegliendo questa via alternativa il tempo di percorrenza si allunga di una ventina di minuti c.ca. Dalle rocce di base si sale facilmente ed in breve alla croce di vetta del monte Pietraborga . Dalla cima vista ampissima a tutto tondo verso la collina, la città di Torino, i monti dalle marittime al Rosa e ancora oltre, specie se la giornata scelta per questa ascesa è tersa e serena, di solito dall’autunno alla primavera.
Scesi poi alla base delle rocce di cima si prende lo stradello che lungamente percorre il crinale oltrepassando, nel procedere, il sito celtico con i menhir, che si abbandona più avanti ad un bivio prendendo a destra la traccia che scende al colle di Damone dove, oltre la solita bacheca, si trovano molte indicazioni. Se si passa davanti ad un grosso ripetitore dell’Aeronautica, vuole dire che non si è scorto il bivio: pertanto occorrerà tornare indietro. Al colle di Damone, il cui vero nome è colle Da Mount, si segue l’indicazione per il colle della Frascà, sempre rimanendo sul sentiero DB senza dover più passare per Pratovigero. La traccia s’inoltra, a margine della bacheca, in piano, raggiungendo una dorsale dove ci si abbassa per un buon tratto aggirando così il monte della Croce. Lunghi tratti in piano, intervallati da altri dove si scende di poco, portano infine la traccia a confluire sullo stradello già percorso salendo, poco prima di raggiungere il colle della Frascà.
Da qui vi sono due opzioni :
-ripercorrere il cammino dell’andata
– scendendo l’opposto versante verso sud si percorre uno stradello all’inizio ancora in buone condizioni che, man mano si scende, si deteriorerà sempre più. Si procede a tratti con fatica su una traccia scavata profondamente dal ruscellamento così raggiungendo un bivio fatto a Y dove conviene prendere a sinistra perché la traccia è migliore di quella di destra. Entrambe, più a valle, confluiranno. Raggiunta una prima casa dove il fondo migliora, continuando ci si porta alle successive trovando più avanti al bivio l’asfalto che si percorre per un buon tratto costeggiando scendendo prati, vigne e molta boscaglia. Superato il rio Tori, giunti al pilone della borgata Giorda si prende a destra avendo già in vista la parrocchiale di Allivellatori che rapidamente si raggiunge chiudendo così questo anello.
Relazione tratta da http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=7165
http://www.3confini.it/Foto%20Piossasco%201/Trana%20menhir.htm
- Cartografia:
- Carta IGC n° 17