Raggiunta la sommità è possibile visitare l’ Abbazia, con giro guidato.
Senza particolari difficoltà tecniche, un paio di passaggi verticali un po' atletici ma mai strapiombanti, itinerario lungo.
Periodo consigliato da aprile a metà ottobre, d'estate percorso abbastanza fresco ma privo d'acqua.
NUOVO PONTE TIBETANO (lunghezza 80 m) installato a maggio 2016.
In alternativa lasciare l'auto nel paese di Sant'Ambrogio e poi raggiungere a piedi l'attacco (10-15 minuti).
La via attacca direttamente dalla località Croce della Bell’Alda, pannello indicatore, in generale si segue per la prima parte lo sperone che costeggia l’enorme cava in disuso, per poi a metà percorso, traversare lungamente a destra., andando a prendere lo sperone più evidente che scende dalla cima.
In generale non ci sono grosse difficoltà tecniche o lunghi tratti verticali, ma l’ampiezza dell’itinerario consiglia prudenza. Ci sono due vie di fuga, la prima dopo circa 300 m. a livello di “Pian Cestlet”, da dove un comodo sentiero riporta in paese, una seconda dopo circa 500 m. di dislivello, all’altezza di “ U Saut du Cin” da dove si può raggiungere la borgata San Pietro.
Dalla sommità della via ferrata, che termina contro il muro dell’Abbazia, si prosegue a destra, per un sentiero poco comodo, che con alcuni saliscendi raggiunge la strada asfaltata a pochi metri dalla ingresso della Sacra.
Discesa: dalla stradina asfaltata imboccare l’antica mulattiera, cartello indicatore, che passando per la borgata San Pietro ritorna in paese a Sant’Ambrogio 1 h.
Su questo ripiano si trova l’antica chiave di confine tra i comuni scolpita nella roccia.
Più in alto una spaccatura orizzontale forma una valletta ben nascosta, non visibile, a suo tempo usata come nascondiglio dai partigiani della zona. Ancora sopra esiste un altro sentiero che nell’antichità collegava la frazione di San Pietro con l’abitato della Chiusa passando su una cengia chiamata “U Saut du Cin”.
Altra curiosità sono gli evidenti segni lasciati dallo scorrere del ghiacciaio in questa valle, tra cui dei massi di granito bianco (roccia che non ha niente a che vedere con il serpentino locale), trasportati su questa parete nell’era glaciale.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25.000 n.4 Bassa valle Susa Musinè Val Sangone Collina di Rivoli