Al termine del conoide si presenta una piccola parete che apre la salita con uno stretto canale. Dopo qualche decina di metri si trova una sosta a chiodi a sinistra (f.a m.). Alla data della nostra ripetizione la goulotte prosegue indisturbata per molti metri. Il passo del sasso incastrato era quasi completamente coperto ed il conseguente strapiombo si percepiva appena. Il primo tiro tecnico e verticale ci ha portato in una sosta incassata a destra con un grosso “Wartog” rosso. Da qui si sale verso sinistra con delicati passaggi a 90° in placca/muro con protezioni aleatorie. La placca poi declina leggermente e offre neve ben ghiacciata, ma dopo un tratto ben trasformato il tutto degrada su polvere umida, inconsistente ed instabile che obbliga ad un ostile traverso. Si va prima tutto a sinistra per rientrare poi a destra verso una nicchia con una sosta su tre chiodi. Da qui in traverso ascendente verso sinistra superando fragili colonnine di ghiaccio che conducono ad un diedro fessurato e strapiombante (>90°) che porta su di una cengia spiovente sormontata dall’alberello su cui si sosta. Info di dettaglio nella relazione della gita.
La famosa candela/sigaro non era formata ma l’impegno generale non è stato alterato. Le ottime condizioni della prima parte sono state ampiamente scontate nella seconda.
La prima realizzazione invernale in stile moderno con due attrezzi è stata firmata dalla coppia Calcagno- Savio nel Natale del 1987
- Bibliografia:
- Ghiaccio salato, ed. Versante Sud, Milano, 2014