Materiale necessario:
2 staffe, 2 longe regolabili o daisy chain con fifi, 20 rinvii, una serie completa di friend fino al 5BD (misure medie doppie), una serie di nut medio/piccoli, una serie di nut grandi, una serie di excentric grandi, qualche angle medio e grande (no materiale da artificiale moderno).
Dal tornante immediatamente dopo il ponte sul torrente, circa 300 metri prima della borgata di San Lorenzo, prendere a destra una breve strada sterrata (sbarra) che si addentra in discesa nel bosco di castagni. Seguire la strada che dapprima attraversa un rio, per poi restringersi a sentiero, quindi oltrepassare a valle la superstite baita della borgata di Cianaber (1008 m).
Proseguire per tracce di sentiero risalendo il castagneto facendo una serie di zig-zag tra vecchi muri a secco e terrazzamenti in pietra. Seguire fedelmente l’evidente linea del costone che separa il bosco dall’alveo del rio attraversato poc’anzi. Ad un certo punto il pendio termina contro una zona rocciosa.
Seguire la traccia che devia decisamente verso destra (SE) ed attraversa poco dopo un rio su di un caratteristico gradino roccioso. Proseguire lungo il mezza costa con brevi saliscendi fino alla base dello sperone roccioso della Torre di Rocci (20 min).
Oltrepassarla e risalire nel bosco seguendo al meglio la traccia, sempre più esile, ma facendo attenzione ad alcuni ometti e proseguire ancora verso destra fino a raggiungere un appena accennato speroncino (10 min).
Da qui, in corrispondenza di due ometti adiacenti, salire decisamente puntando ancora verso destra fino ad un marcato costone sul bordo destro orografico di un canalone (ometto). Quindi salire verso monte tenendo leggermente la sinistra (N) in direzione della parete che si trova 50-60 metri sopra e si inizia ad intravedere (ometti).
Giunti sotto la parete, con ultimi metri molto scoscesi, si raggiunge l’estremità sinistra della cengia rocciosa sottostante. Montare quindi sulla cengia con qualche passo di II+.
La via attacca al centro della parete strapiombante, nel punto più interno della grossa nicchia.
La via segue per intero l’evidente fessura che solca la parete tagliando in obliquo tutta la zona strapiombante.
L1 (20m, A2): Dal centro della nicchia attaccare la netta fessura strapiombate con materiale di dimensione media e risalirla con andamento verso sinistra. Ad un certo punto un castagno che spunta dalla stessa fessura offre qualche difficoltà a farsi oltrepassare, ma se non altro è anche un ottimo ancoraggio (P.S. non tagliatelo, siamo nel Parco ed è abbastanza eccezionale che un castagno sia riuscito a crescere in un punto del genere). Una volta oltrepassato il vegetale la fessura prosegue ancora in diagonale per qualche metro e poi piega decisamente verso sinistra facendo un traverso orizzontale lungo il soffitto della grande nicchia (tratto più delicato del tiro, utili nut medi e piccoli). Dopo il traverso la fessura ritorna ad allargarsi e riprende di nuovo in diagonale per un breve tratto accettando materiale di dimensione media. Alla base di una piccola nicchia in centro alla parete c’è la prima sosta S1 (appesa e scomoda, cordone su solida clessidra integrabile a nut e friend).
L2 (25m, A2): Rimontare con un passo in libera sul bordo della nicchia ed attaccare il proseguimento della fessura che da qui diventa svasa e si dilata con piazzamenti di materiale medio e grande il più delle volte in profondità e scomodi, sempre su parete aggettante (necessità di allungare le protezioni). La seconda parte del tiro si svolge dentro ad un grottino che poggia su di una placca inclinata ed obbliga a fare qualche passo in libera. Da qui la qualità della roccia diminuisce ed è bene prestare attenzione alla grossa scaglia non completamente attaccata presente all’inizio del grottino. L’uscita dalla sua estremità sinistra è abbastanza surreale in quanto obbliga ad un vero e proprio strisciamento in orizzontale tra due pareti ravvicinate. Da qui si esce su di su comodo gradone con diedro dove si sosta a chiodi e nut, S2 (attenzione alla qualità della roccia in uscita perché presenta un look un po’ precario).
L3 (35m, 5+): Salire il breve diedro sovrastante con un passo atletico (4-5m) e poi su terreno più abbattuto per placche, gradoni e cenge erbose salire ancora per circa 30 m fino ad una betulla con a fianco un ometto.
Discesa:
Dalla sommità della parete, in corrispondenza dei primi alberi, piegare verso destra e scendere nel canale boschivo sottostante. E’ consigliabile fare una doppia iniziale da 25m da una delle prime piante sulla destra per entrare diretti nel canale ed evitare un giro più ampio su terreno scosceso. Scendere il canale per una trentina di metri ed infine con una brevissima doppia (7-8 m) superare l’ultimo salto. Aggirare quindi lo spigolo a destra e si è alla cengia di partenza (15 min).