Luglio e’ arrivato.. anche se non si vede, pero’ e’ tempo di salite in quota, l’ostacolo neve non rappresenta piu’ un motivo valido per se non altro almeno provare. Sicuramente una montagna magnifica nel cuore delle Alpi Svizzere attorniata da cime famose, che non puo’ passare inosservata all’occhio attento del procacciatore di vette quale e’ il sottoscritto. La cui salita inoltre non si poteva non prendere in considerazione, anche se per la verita’ avvicinarla non e’ stato certo un viaggio dei piu’ brevi. Ma ne e’ valsa sicuramente la pena come sempre e’ in questi casi. Per aver come al solito effettuato la salita per gran parte al buio, non ci siamo accorti della catena a sx della paretina rocciosa, in quanto la traccia scomparendo di colpo ci ha portati a inventare un percorso nella parte centrale del tragitto la piu’ complessa, ex-novo, su per un canalone nella verticale tra il muro della diga e la vetta. Testimoni una volta al suo interno, ma per fortuna non vittime di una bella scarica di sassi. Ascensione (a parte cio’) in ambiente a dir poco straordinario, per l’amplissima fetta di paesaggio che dalla cima si abbraccia sui colossi del Vallese e della VDA di poco al di la’ del confine. Per l’impegno costante che la salita panoramicissima su terreno ripido, (imprevisti a parte) ha richiesto, la consiglierei oltre ai locali che in buona misura quassu’ ogni tanto salgono,( e come farne a meno..) anche a qualche gulliveriano un po’ a digiuno, quando si tratta di salite in ambienti spettacolari che non siano sempre le solite montagne attorno a casa. Con Pablò ottimo socio d’alta quota.