Plù (Monte), Sperone Grigio – Integrale

Plù (Monte), Sperone Grigio – Integrale
La gita
attila89
4 18/10/2020

La via è molto bella ed in alcuni tratti richiede decisione nell’arrampicata. La roccia è molto bella e solida, a parte qualche masso e lama incastrata che è meglio non sollecitare troppo.
La relazione qui presente è ottima.
Avvicinamento: lasciato il sentiero principale nei pressi del canalone del Plù, abbiamo seguito le tracce rocce; poi, quando andava verso il fiume (abbastanza presto purtroppo) abbiamo perso la traccia e abbiamo ravanato tra arbusti e scalatine (di roccia fortunatamente solida e erba verticale). Comunque in due ore dalla macchina siamo arrivati all’attacco. L’attacco è evidente, grazie alla linea di spit e alla sosta alla base.
Tutti i tiri sono piacevoli e impegnativi; il terzo tiro penso sia intorno al 6b, e richiede un po’ di sgamo negli incastri di mano e di piede; mi è toccato farlo due volte, prima da primo e poi da secondo, ed è uscita in entrambe la libera: ho dovuto calarmi per recuperare un friend caduto (ed uno “dimenticato” in fessura).
Poi i tiri sopra sono ancora un po’ in fessura.
Nella parte alta la roccia cambia un po’, più simile allo gneiss che al serpentino puro, ma i tiri sono ancora molto belli.
L’ultima sosta a spit è, alla fine del penultimo tiro, a destra del canalozzo (spit singolo + 2 spit collegati con maillon); l’ultimo tiro ha in cima un cordone davvero marcio senza maillon (a destra dello spigolo è terzo grado poco proteggibile, secondo me a sinistra dello spigolo c’è ancora una fessura molto divertente!).
Per la discesa, noi abbiamo proceduto in salita: messe le scarpe, e ritirato le corde, abbiamo continuato a salire, non verso l’obelisco, ma un po’ a sinistra dentro a un canale erboso molto molto ripido. Si arriva ad una crestina, che andando a destra si unisce allo spartiacque che scende dal monte Plù.
Siamo quindi saliti al monte Plù (dall’uscita della via sono 400 m di dislivello), e scesi verso il Colle d’Attia (molti saliscendi; l’ultimo monticello non l’abbiamo salito ma siamo scesi verso destra costeggiando una pietraia, e poi dritti in boschina verso una bergeria in rovina). Da qui abbiamo prima raggiunto e poi sceso il sentiero che dal colle d’Attia scende a Bracchiello (consigliato GPS per capire dove si è, soprattutto in caso di nebbia, anche sul sentiero).
Tutti i cordoni delle soste sono assolutamente da sostituire, soprattutto se scendete in doppia, portare coltello e cordoni.
Come materiale avevamo molto materiale ma per una cordata “normale” consiglio una serie di friend dal 0.3 al 3 e un mazzetto di nut (raddoppio viola se proprio si vuole). Avevamo il martello ma non l’abbiamo usato, a posteriori lo lascerei a casa. Consiglio scarpe di avvicinamento serie, con cui si arrampichi bene (per avvicinamento e discesa).
I chiodi in posto spesso non sono in ottime condizioni, ma si può proteggere spesso in prossimità con friend.

Arrampicata molto bella, se l’avvicinamento fosse più comodo sarebbe sicuramente una bellissima via classica. Ambiente molto solitario e selvaggio. Forse consiglio la discesa in doppia! (la discesa a piedi indicata nelle 100 più belle di Grassi dev’essere un bel ravano). La discesa dal col d’Attia è un bel giro dell’oca, non è sicuramente comoda, ma suggestiva, e sicura una volta raggiunto il sentiero ufficiale (attenzione alla boschina e alle molte pietre).
Ultimo appunto: Per tornare alla macchina dal col d’Attia, conviene andare a Bracchiello e risalire per asfalto (e non prendere il sentierino che sale e scende ripidissimo.
11 ore e 30 circa per il giro completo (circa 5 per la via)!
Il telefono ha campo anche alla base.

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