Percorsa oggi con l’amico Maurizio lungo il nuovo tratto più atletico e impegnativo. Decisamente riservata a soli ferratisti molto esperti e molto allenati fisicamente, complessivamente mi sento di attribuire un grado MD a questa variante. Da affrontare con estrema cautela e con l’uso di longe corta aggiuntiva o rinvio lungo per riposare le braccia sui tratti più duri. L’uscita dal terzo tratto difficile è, dal punto di vista del gesto di scalata, molto semplice, offrendo una serie di appoggi evidenti sul lato destro per issarsi ma presenta grosse difficoltà di recupero dei moschettoni che restano strozzati sotto i piedi essendo il successivo tratto di cavo e il ferro cui agganciarli troppo lontani prima del passaggio. DI tante ferrate percorse negli ultimi 15 anni, sicuramente quella che mi ha impegnato di più. Nel complesso itinerario molto bello e aereo, riservato a pochi. Occhio ai rovi che infestano molti passaggi (e alle more quando stagione, oggi moltissime ma ancora acerbe)
Flavio “Luca” Bellan – ASAG – Commissione AG UGET Torino – Un caro saluto a Sivio Tos, mio istruttore di alpinismo alla Scuola Alberto Grosso.