Parto dal parcheggio del ponte di Rudavoi anzichè dalla malga Misurina, in quanto dal ponte la vista sul Piz Popèna è impressionante e la gita inizia, di conseguenza, con il relativo entusiasmo.
Seguo l’itinerario come da relazione, se non che trovo parecchia neve nel canalone (non visibile dal basso). Per fortuna ci sono parecchi ometti che indicano una variante per quelli come me, sprovvisti di picca e ramponi. Attraverso la lingua di neve nella parte più bassa e poi per gengette e canalini (sinistra del canalone, salendo) fino al suo culmine. Qui lo spessore della neve è così tanto da ostruire l’inizio della grande cengia. Ma si riesce comunque a salire sulla paretina a sinistra (III). Poi senza problemi fino in cima.
Lo stesso percorso a ritroso in discesa. Fatte due doppie da 60 metri che permettono di superare la parte più esposta. Poi un’altra calata su clessidra trovata per caso e vecchia come mio nonno, per superare la paretina all’imbocco del canalone nevoso.
Nel complesso, gran gita. Ho incontrato due provenienti dalla via inglese. Per il resto totale silenzio e solitudine.
La salita assomiglia molto alla normale del vicino Cristallo. Con la differenza di essere molto meno frequentata e quindi da non sottovalutare.
Lunga, con roccia discreta (per la media delle vie normali), ma difficile da individuare senza gli indispensabili ometti. Portare una corda da 60 metri per superare la parte più esposta. Tre cordini per calata di colore azzurro poco visibili. Il resto è tutto da disarrampicare non senza tensione.