Dal Lago di Pagliara per il bosco di Pagliara, la radura del Quadrato, il Vado di Ferruccio ed il versante nord.
Da Isola del Gran Sasso salire al Lago di Pagliara, parcheggiare su piazza sterrata in una sella, dove vi sono pure due tavoli da pik-nik; a destra, verso sud, si inizia a salire su un campo puntando vicino colle boscoso da dove inizia una traccia di sentiero che si inoltra nel bosco sempre più fitto ed il sentiero diventa più marcato. Si giunge ad un bivio, m. 1095, deviare a destra per un breve tratto, poi salire a sinistra sul sentiero che con molte giravolte esce dal bosco e raggiunge la radura del Quadrato, risale il bordo sinistro e si perde nel pendio erboso. Si sale il pendio erboso, circa 170 metri di dislivello, spostandoci a sinistra raggiungendo il bordo di un conca franosa; nell’ultimo tratto sono presenti i bolli di vernice sulle rare pietre del pendio. Attraversare il ripido canale su piccola traccia di sentiero, passando un paio di colate ghiaiose, raggiunto il greto del piccolo rio risalirlo di una decina di metri e piegare sul lato opposto risalendo su ampio pendio erboso ed obliquando a sinistra raggiunge la sede di un vecchio stazzo a quota 1920 circa; la traccia esile ma accompagnata dai segni di vernice taglia in piano a sinistra (est) un ripido pendio erboso e raggiunge prima la dorsale che divide i due valloni, poi il fondo del fosso del vallone della Rava; ora il sentiero sale il versante opposto raggiungendo un crinale e su terreno abbastanza ripido sale spostandosi a sinistra e sotto una barriera rocciosa devia a destra raggiunge nuovamente il crinale e si alza aggirando a destra le rocce, risale un canalino e giunge sul piano erboso superiore da risalire seguendo fedelmente le tacche di vernice e giunti alla base di un canalino semi-roccioso risalirlo, oppure piegare a sinistra e risalire il pendio erboso e piegando a destra si raggiunge l’ometto posto proprio allo sbocco del canalino prima citato. Ora su facile prato in leggera salita verso est si raggiunge il Vado di Ferruccio, m. 2233, che apre alla vista il grande panorama su Campo Imperatore. Seguire ora verso ovest, il tracciato del facile sentiero, dapprima su cresta poi sul versante nord del Prena; raggiunte le facili placche terminali, risalirle seguendo i passaggi più comodi e guadagnare la cresta e da questa breve camminata verso la Croce di vetta. Discesa per il percorso di salita, oppure scegliere la variante di discesa per la Valle di Fossaceca, come da seguente descrizione.
Scendere per il sentiero di salita fino al fondo del pendio-canale del versante nord del Prena. Svoltare a sinistra, ovest, e seguendo alcune tacche di vernice attraversare la conca glaciale, raggiungendo un crinale, riscendere ad una più grande conca ed attraversarla seguendo un tratto il greto del ruscello, deviando progressivamente a sinistra si scende la barriera rocciosa e la traccia scende ora lungo una dorsale detritica poi si sposta a destra attraversa il rio e scende su prati e purtroppo nell’erba si perde il sentiero, seguire le tacche di vernice, si giunge nei pressi di un arbusto dove si piega a destra scendendo su un pendio erboso di media pendenza dove in fondo si trova nuovamente la traccia di sentiero che attraversa verso destra, supera un rio, quota 1475 circa, ed un ripido pendio giungendo al Colle di Malanotte, m. 1415. Il sentiero taglia sempre verso destra, invaso da molteplici colate d’acqua, in ultimo anche con una leggera risalita, raggiunge la Fonte del Peschio e dopo pochi metri diventa strada sterrata che scende tutto il Bosco di Pagliara e dopo alcuni tornanti raggiunge la strada asfaltata a quota m. 844. Dopo 1,2 km su asfalto si giunge all’auto chiudendo un anello di 19 km e circa 2000 metri di dislivello.
- Cartografia:
- Gran Sasso - Atlante dei sentieri - SER edizioni
- Bibliografia:
- A piedi sul Gran Sasso di Stefano Ardito