Dopo un traverso su ghiaione, si raggiunge un pulpito panoramico alla base del torrione della Candela, riconoscibile per la fessura che lo segna al centro. Seguire il ripido canale erboso stando sul suo lato destro, e fare sosta su due ferle resinate sotto al primo salto ripido.
Diedro Barbara
- 1° tiro: proseguire nel canale disturbato dalla vegetazione fino a un saltino più ripido con roccia delicata. Sostare poco dopo su un terrazzo erboso su 2 ferle (30 m, II e IV-, 2 spit).
- 2° tiro: traversare un paio di metri a sinistra e imboccare un diedro/camino, via via più ripido, che esce in un comodo antro alla base della parete principale. Ignorare la sosta con anellone a destra, attrezzare quella con due ferle alla base del diedro spittato (25 metri, III e IV, 4 spit).
- 3° tiro: salire il bel diedro un po’ strapiombante con arrampicata fisica; gli appigli sono ottimi a patto di non abbandonare il diedro, nemmeno alla fine! Ignorare una prima sosta di calata a spit, attrezzare quella più comoda ai piedi del camino finale (25 metri, V+ sostenuto, passo di VI, 8 spit).
- 4° tiro: risalire dritti su per il camino, inizialmente liscio poi via via più facile. Sostare in cima al caratteristico masso incastrato che lo chiude, cavi di ferro e maglia rapida (15 m, IV e III, 3 spit).
A questo punto il Diedro Barbara è finito, e ci troviamo letteralmente sospesi fra la vetta della Candela e la cengia obliqua che taglia la parete principale. Salendo con pochi passi sulla piccola cima, si riconosce subito la linea di fessure seguita da Doppio Rhum.
Per raggiungerla conviene compiere un tiro di collegamento, traversando sull’erba fino alla base della parete (sosta a spit e maglia rapida); farsi calare o scendere con cautela sul ripidissimo pendio erboso, senza fidarsi delle rocce traballanti di fianco alla cengia. Dopo una placchetta e una seconda sosta di calata, si raggiunge il comodo terrazzo da cui attacca la seconda via (2 ferle resinate e 2 spit).
Doppio Rhum
- 1° tiro: affrontare il bel diedrone sopra la sosta, all’inizio verticale poi tendente a sinistra. Sempre tenendo l’ottima lama, con passaggi in piena esposizione, si raggiunge la sosta alla base di un pilastro (30 m, V e IV+).
- 2° tiro: rimontare l’ostico pilastrino, poi più facilmente lungo il diedro fino a una cengetta erbosa. Risalire la placca verticale a tacche seguendo i numerosi spit (azzerabile) e uscire delicatamente su un altro terrazzino erboso. Traversare un paio di metri a sinistra e sostare ai piedi di una fessura (25 m, V+ e VI, 10 spit).
- 3° tiro: con un passo di aderenza superare la fessura svasa e rimontare l’ultimo pilastrino fino al prato all’orlo del precipizio. Sostare su faggio (20 m, 7 di arrampicata, passo V+ poi IV, 2 spit).
Discesa
Risalire il bosco a destra per pochi minuti fino a intercettare un sentiero CAI; seguirlo a sinistra, prima pianeggiante poi in ripida discesa, fino a incontrare la sterrata percorsa all’andata.
- Bibliografia:
- Archivio sito Redclimber