E finalmente sul Rafray, con pernottamento la sera prima al bivacco Borroz, praticamente un villino in quota che dispensa ogni tipo di confort (e dopo due ore e mezza di strada sterrata ben vengano). Per salire in vetta abbiamo individuato un ottimo percorso, che può essere considerato come via normale, decisamente più facile della cresta. Dalla depressione più bassa del col d’Eyelé, ai piedi della cresta sud, seguire una labile traccia, più di camosci che di persone, che taglia a mezza costa il ripido versante sud-ovest: un pò incerta, a tratti esposta ma facile, la si segue fino ad una marcata dorsale, al margine dal vasto versante Ovest. Per questa dorsale, su comodi e divertenti massi accatastati, si sale fino all’anticima, punto di giunzione con la cresta sud, da cui si procede sul lungo crinale sommitale. Attenzione, la montagna ha almeno tre cime ben distinte; la prima, più bassa, si raggiunge facilmente in dieci minuti, le altre sono più distanti e necessitano di qualche divertente passaggio di arrampicata se si rimane in cresta (I grado in genere), con eventuali difficoltà comunque aggirabili sul versante Ovest. Purtroppo la cima più alta è proprio quella al termine del crinale e richiede almeno una buona mezz’ora dall’anticima (1,15 – 1,30 h circa dal colle). Quando siete su a voi scegliere. Comunque tutto molto bello e consigliabile.