La cresta fu scalata per la prima volta molti anni fa, dal vecchio alpinista di Cogoleto Lorenzo Zunino, che non volle divulgarne la relazione perché la riteneva difficile e pericolosa. Nella parte bassa del crestone si trovano vecchi chiodi arrugginiti, e sull’ostico torrione centrale addirittura una corda fissa, ormai marcia e inservibile. La scalata presenta molti tratti erbosi e friabili, ma la linea di salita è molto logica ed estetica e l’ambiente selvaggio e grandioso, con le belle cascate del Rio di Vallescura sotto i nostri piedi.
Dalla presa dell’acquedotto a quota 530 circa, alla confluenza del Rio di Vallescura con il Rio Argentéa, si rimonta il Rio di Vallescura con qualche difficoltà sulla sponda sinistra idrografica (destra salendo).
Si aggira a destra una cascata, poi si ritorna nell’alveo (eventuale breve corda doppia). Si attraversa il rio e si sale in breve all’attacco del crestone.
Si attacca sulla destra, nel punto più basso, sulla sponda del torrente a quota 600 circa. Si rimonta lo sperone di rocce piuttosto ripide, all’inizio molto erbose (quattro lunghezze di corda con difficoltà da II a IV, trovati vecchi chiodi nella parte alta). Arrivati in cima al primo risalto si segue una cresta orizzontale che porta ai piedi di un grosso torrione (che da qui somiglia al Visolotto).
Il torrione, alto una quarantina di metri, si presenta assai ostico. Si sale più o meno al centro sfruttando le linee di debolezza più evidenti, per rocce friabili e ripidi tratti erbosi (IV e V, nella parte alta s’incontra una corda fissa, marcia e inutilizzabile). Usciti sulla cresta sommitale si scende facilmente dalla parte opposta per una breve crestina gradinata, fino ad un intaglio.
Si prosegue su una cresta articolata (II) fino ad incontrare, a quota 750 circa, il sentiero dell’acquedotto che taglia orizzontalmente il contrafforte est del Monte Rama. Si scende a destra lungo il sentierino per poche decine di metri, poi si attacca un’altra cresta di rocce scagliose ed inclinate. Si rimonta integralmente la lineare crestina (II e II+) che poi si esaurisce nel pendio erboso.
Piegando a destra si raggiunge un evidente sperone roccioso. Si risale lo sperone per varie lunghezze di corda, superando quattro o cinque risalti con tratti verticali, tenendosi sempre sul filo di cresta (III e III+ con passi di IV). Più in alto lo sperone diventa facile e va a congiungersi con la classica “via Zunino” a quota 900 circa.
Salendo senza difficoltà per la via Zunino (segnavia bianchi) si raggiunge in breve il sentiero della “diretta” al Monte Rama a quota 950 circa. Da qui si può salire in vetta lungo il sentiero della diretta (segnavia: un cerchio rosso pieno), oppure si può iniziare subito la discesa.