Il sentiero, dopo un brevissimo tratto nei prati (N.B.poco visibile, stare sul piano andando verso destra – N su un’esile traccia erbosa; dopo 50 m si vede un cartello sotto un larice con l’indicazione Ramiere, subito dopo il sentiero inizia a salire con un tornante e inverte la direzione) si inerpica subito deciso nella pineta che riveste la fiancata della valle e superato un canalino roccioso dove spesso corre acqua si giunge ad un primo ripiano erboso che si attraversa da sinistra a destra.
Superato un ruscello si aggira un dosso e si guadagna una spalla erbosa dove il vallone si allarga. Proseguendo ci si porta verso il fondo del vallone del rio Grand Andreit.
Si risale la sponda sempre per sentiero o tracce ben segnalate da ometti o tacche gialle e alcune rosse più vecchie, passando nei pressi una sorgente, raggiunendo poi un bel pianoro al limite inferiore della morena dell’ex ghiacciaio.
Da questo punto è visibile la casermetta del colle della Ramière, che però non si raggiunge direttamente perchè questo richiederebbe il superamento di alcune balze rocciose
Inizia la parte forse più faticosa che ci porta a percorrere la lunga morena detritica; si prosegue sulla sinistra della conca, risalendo la pietraia seguendo le tante tacche gialle, raggiungendo uno sperone roccioso ben visibile dal basso. Qui si piega a destra puntando alla casermetta, ad inizio stagione in questa zona sono presenti dei nevai. Senza raggiungere la caserma, nei pressi dei pali della teleferica si prosegue dritti puntando a guadagnare la cresta poco più a sinistra del Colle della Ramière.
Raggiunto questo punto non resta che seguire i numerosi sentierini che solcano il crestone-pendio di detriti e sfasciumi, fino alla croce di vetta sempre ben visibile.
- Cartografia:
- IGC carta n° 1 Valli di Susa Chisone e Germanasca
- Bibliografia:
- Valli di Susa Chisone e Germanasca di Giulio Berruto ed. IGC