Giorno 1
Dall’arrivo del bus-navetta imboccare la sterrata che costeggia il lago (si inizia percorrendo una lunga galleria). Si prosegue con vari saliscendi il lungolago fino ad arrivare al bivio con il sentiero per la Plauener Huette. Si imbocca tale sentiero che, con un lieve saliscendi, porta alla base della ripida salita che conduce al rifugio (un tratto con corde fisse, terreno scivoloso perché bagnato da delle cascatelle). Tempo di percorrenza circa 1.30/2h.
Giorno 2
Dal rifugio si segue il sentiero molto ben marcato per la Reichenspitze (numerose indicazioni e ometti). Si trascura la deviazione che, sulla destra, porta alla Gamsscharte, e si prosegue in direzione del ghiacciaio Kuchelmooskees. Giunti sull’esile filo di morena, una traccia tra sassi e roccette porta in breve, lievissima discesa al ghiacciaio (1h circa dal rifugio). Qui conviene legarsi (quota 2700 circa).
All’inizio il ghiacciaio è piuttosto ripido (almeno 35°), sebbene privo di crepacci. Si lascia a sinistra l’imponente seraccata (attenzione! rischio caduta sassi e crollo seracchi) per raggiungere con un traverso verso sinistra una zona più tranquilla, al di sopra della seraccata e al riparo dal rischio di caduta sassi/ghiaccio. Si percorrono i dossi glaciali che, ora dolcemente, conducono all’ampio circo glaciale del Kuchelmooskees.
A questo punto occorre prestare attenzione ai numerosi crepacci, che rendono questa zona particolarmente infida in caso di nebbia. Attraversato il circo glaciale, si punta decisamente verso destra con percorso nuovamente più ripido (35°) che conduce alla base del canalino ghiacciato (pendenza 40°/45°) ai 2/3 del quale inizia il tratto roccioso (attenzione: ghiaccio vivo a fine stagione).
A questo punto occorre non farsi ingannare e non arrivare in cima al canalino (vecchio chiodo presente per eventuale doppia; accesso al versante Nord; quota 3100m ca.), ma conviene invece abbandonare il canalino poco prima della fine, per togliersi i ramponi e iniziare il tratto su roccia subito a dx (II piuttosto continuo; segnalazioni con ometti quasi nulle; difficoltà a reperire l’itinerario migliore in caso di nebbia). Questo primo tratto in roccia (peraltro molto instabile) conduce ad un nevaio superiore, che si attraversa in piano in breve (ramponi non necessari) e conduce alla base del castello roccioso sommitale, formato da rocce rotte e sfasciume mobile e franoso, che sostiene la piccola vetta sormontata da una grande croce di legno (I grado se si sceglie la via migliore; in caso di scarsa visibilità è facile andar a incontrare difficoltà sul II/II+; tenersi comunque alla larga dall’abisso che si apre sulla sx). Tempo di percorrenza medio: 4h dal rifugio.
Discesa per la via di salita, prestando attenzione al rischio caduta sassi, presente su buona parte dell’itinerario con eccezione del plateau glaciale.
Sembra che la prima salita sia stata effettuata dal versante Sud nel 1856 da un pastore della valle Aurina. La prima salita ufficiale appartiene comunque a Peter Haller, Anton Peer e Josef Unterrainer ed è datata 16 luglio 1865.
- Cartografia:
- Kompass 1:50000 n.37 - Zillertaler Alpen, Tuxer Alpen