Rocciamelone da la Riposa

Rocciamelone da la Riposa
La gita
rfausone
4 02/11/2007

Era da molto che volevo salire in vetta al Rocciamelone per poi dormire nel bivacco Santa Maria. Domenica scorsa scendendo da Bardonecchia vidi il Rocciamelone poco innevato e decisi per questa follia di 2 giorni a novembre in quota. Percorrendo la lunga strada a tornanti che porta alla Riposa, arriviamo fino a 150 metri sotto a questo ex-fortino militare, poi la strada è completamente coperta di neve e qui dobbiamo fermarci. Va beh, tanto non possiamo tornare certo indietro!
La giornata è bellissima e pure abbastanza calda. Partiamo alle 9 e 20 ed imbocchiamo il sentiero che ripido sale ad Ovest de La Riposa che è ormai diventato un rifugio. Proseguiamo sul sentiero che a tratti è coperto di neve, anche se la quantità che incontriamo è ancora fortunatamente limitata. Al bivio tra sentiero lungo e corto, visti (e soprattutto sentiti) anche i pesi, decidiamo per il sentiero lungo che dopo un breve tratto in leggera salita, continua in piano ed in seguito in leggera discesa. Decidiamo perciò di tagliare per i ripidi pendii in direzione della scorciatoia lasciata prima. È un po’ faticoso ma almeno così saliamo!
Proseguiamo con Angela che deve fare qualche sosta brevissima per evitare di andare in difficoltà di fiato. Comunque tutto procede bene ed arriviamo al Ca’ d’Asti dove ci fermiamo a mangiare per poi riprendere la salita. È vero che abbiamo ancora tutto il pomeriggio per salire ma è meglio non perdere inutilmente tempo. Qui troviamo più frequentemente neve sul sentiero, ma essendo i sentieri molteplici riusciamo ad evitarla scegliendo quelli giusti. La giornata prosegue sempre stupenda e molto calda mentre noi continuiamo la salita. Arriviamo bene a La Crocetta e siamo a circa 250 metri dalla vetta, ma qui ci aspetta una brutta sorpresa. La traccia che sale verso la vetta, dopo pochissimi metri, è completamente coperta di neve. È evidente che a tratti è molto alta e sembra assolutamente inconsistente, inoltre Angela ha solo delle pedule e salire per neve ci obbligherebbe ad usare la picca e molto probabilmente a legarci. Decido di salire per roccette fin verso la cresta. C’è sempre una certa esposizione e la roccia non è sempre favolosa, inoltre spesso è coperta di detriti e ci sono alcuni brevissimi tratti su neve. Pochi passi ogni volta ma delicati ancor di più che sulla roccia. Arriviamo all’unico passaggio che sul sentiero normale è veramente esposto e scopro che hanno messo una corda fissa e da qui in poi le corde fisse ci accompagneranno fino in cima. A tratti però la neve le ricopre completamente rendendole inservibili. Siamo ormai molto vicini alla meta, cambia versante e c’è più neve ma le corde fisse si possono usare senza problemi, anche se non sono necessarie. Siamo in cima! Qui siamo sul versante Nord ed il vento è abbastanza freddo e forte, ci gustiamo bene il panorama e facciamo alcune foto prima di scendere al bivacco. Ci facciamo un buon tè che ci aiuta a riprendere un po’ di energie e possiamo così tornare a guardarci intorno dal lato dell’ingresso del bivacco. Il tempo passa presto e ci godiamo uno splendido tramonto serale. In breve è notte e decidiamo di prepararci un minestrone e poi a letto anche perché è l’unico modo che abbiamo per combattere il freddo, cioè andare sotto le coperte. Dopo cena ultima uscita fuori dal bivacco e poi a letto, preoccupati per come potrà essere lunga la notte al freddo. Angela fa brevi sonni ma abbastanza frequenti, io invece ne faccio pochissimi ed anch’essi sono molto brevi. Insomma la notte passa molto più in fretta di quanto potevamo immaginare a tal punto che rischiamo di perderci l’alba. Torniamo ancora un po’ a letto. Fuori la temperatura non è molto bassa, ma quasi gradevole. Decidiamo in seguito che è meglio bere subito un tè caldo e poi prepararci alla discesa. Scendiamo facilmente fino al colletto dove arriva la cengia che abbiamo evitato in salita causa neve. Evitiamo ancora la neve ripida ed inconsistente e ci sono alcuni brevi passaggi ancor più delicati che in salita. Ripassiamo quasi ovunque nei punti dove eravamo saliti ieri, fin quando sempre più vicini a La Colletta puntiamo direttamente alla cengia innevata e ci togliamo ogni problema, arrivandoci in breve. Qui ci prendiamo una prima sosta mangiando qualcosa e godendoci ancora il bel panorama. Noi per velocizzare il rientro al rifugio prendiamo tutte le scorciatoie, che normalmente chi sale evita. Siamo nuovamente al rifugio e ci facciamo un altro po’ di minestrone caldo e mangiamo anche un po’ di formaggio. Da qui in poi senza più alcun problema puntiamo verso l’auto, rimangono gli zaini che sembrano pesanti come alla partenza. E pensare che abbiamo finito tutti i liquidi! In auto continuiamo a voltarci verso il Rocciamelone che ci ha permesso questa bella avventura. Siamo decisamente stanchi ma almeno altrettanto soddisfatti.

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