L’obiettivo del giorno era la cima SO della Rognosa, la più alta, quella “della croce”, dopo due tentativi infruttuosi degli anni passati. L’avvicinamento è sempre scomodo una volta abbandonata la traccia della normale e si effettua su residui di neve ghiacciata, sfasciumi instabili e terreno gelato scivoloso. Ambiente ombroso, cupo e severo, almeno fino a tarda mattinata. Abbandonata la pietraia si sale senza percorso obbligato su roccia gradinata, solo i primi 15/20 metri sono un po’ più verticale e impegnativi e fanno pensare per una discesa alternativa. La cresta finale è aerea con una fortissima esposizione sul fianco orientale verticale che precipita per centinaia di metri. Per la traversata avevo qualche info presa dal Quotazero e decido di provarla. La doppia che porta alla forcella è un impegnativa “psicologicamente” perchè leggermente strapiombante ma poi le difficoltà sono finite e con comoda arrampicata su facili blocchi si arriva alla cima NE. Il resto “è mancia”.