Effettuata gita come da itinerario fino alla Pointe du Chapeau, poi eseguita variante. Ma andiamo con ordine: sono partito alle 8:25 da Plan des Fontainettes, e sono giunto al Passo del Lupo in 1 h: 30′, su sentiero ben segnalato. Caldo sin da subito, in aumento nel corso della giornata: sono stato tutto il giorno in maglietta.
Dal passo mi sono diretto verso il Signal du Grand Mont Cenis, e ho avuto qualche difficoltà nel primo tratto a individuare la via migliore; ho quindi optato per tenermi alto, nei pressi della cresta, dove la roccia era un più salda e più pulita dai detriti, e sono riuscito a reperire degli ometti “sensati” che da lì in avanti mi hanno guidato bene. I tratti più esposti sono quelli dove occorre spostarsi sul lato Moncenisio: un traverso su cenge detritiche e una cengia poco sotto all’anticima del Signal. Concordo sul fatto che il grado di difficoltà è basso (forse II), ma in alcuni punti è vietato sbagliare. Ieri non c’era praticamente più neve, nell’avvicinamento al Signal: solo un piccolo nevaietto evitabile.
Alle 11:12 sono arrivato sul Signal: giornata bellissima, panorama sconfinato e senza una nuvola.
Dal Signal ho proseguito per la Pointe de Ronce: le difficoltà alpinistiche di questa tratta sono minime, c’è solo un punto dove ho dovuto rimettere le mani, ma è semplice e breve. Ci sono però un paio di “scollinamenti” che costano 130 metri di dislivello supplementari (insieme), e fanno un po’ desiderare la Roncia. Negli ultimi 200 metri, prima della cima, ho dovuto calpestare ancora della neve accumulata sulla cresta.
Sulla Pointe de Ronce alle 12:19. Bellissimo il Rocciamelone visto da questa angolazione.
Dalla Roncia ho deciso di proseguire verso il Lamet, per evitare di dover fare la disarrampicata dal Signal al Passo del Lupo, sperando tuttavia di poter “tagliare” dal ghiacciaio verso il Lago Clair. Prima di arrivare al ghiacciaio, però, ho percorso il tratto di cresta fino alla Pointe du Chapeau e al successivo passo; da qui, invece di risalire alla Pointe de Haie, mi sono tenuto circa a mezza costa puntando più direttamente al bacino glaciale. E’ un tratto molto faticoso per via degli orribili sfasciumi che ricoprono queste montagne, tanto che ho benedetto i due / tre nevai che ho incontrato lungo questo traverso.
Arrivato sul ghiacciaio mi sono ramponato, e sono sceso verso il seracco, auspicando di riuscire a scendere senza troppe difficoltà nel canale sottostante, in pratica lungo l’itinerario che sul sito è catalogato come “Lamet (Pointe du) versante NO”. Ho avuto invece alcuni problemi poco sotto al seracco, perché la neve (fino a quel momento ottimamente portante) si interrompe per una ventina di metri e l’acqua scorre a fiumi su rocce levigate e bagnate. A rallegrare il momento, una bella scarichetta di pietre…così ho deciso di togliermi da lì in fretta e in qualche modo (con ramponi ai piedi), sono riuscito a raggiungere nuovamente la neve. A quel punto, per lunghi nevai sono facilmente sceso verso valle; a 2900 metri ho abbandonato la neve e mi sono immesso sul sentiero per il lago Clair, dal quale sono rientrato abbastanza rapidamente al Plan des Fontainettes (ore 15:40).
L’itinerario attraversa posti molto belli, con panorami sconfinati, e si mantiene oltre i 3000 metri per diverse ore.
Io non avevo in programma di compiere tutta la traversata, anche perché sul Lamet ci ero già stato, ma al momento non mi sento di consigliare la variante da me effettuata, per evitare le difficoltà nella discesa dal ghiacciaio. Bisogna anche dire che così è una bella gita alpinistica, facile ma completa (avvicinamento, roccia, neve, ghiacciaio).
Allego traccia GPS.