Bella gita, dislivello importante di 1548 m, giornata soleggiata e dal pomeriggio annuvolamenti con nevicata in discesa.
L’unico intoppo che ci ha rallentati è stato che il socio aveva dimenticato gli scarponi, quindi lui si è fatto tutto il percorso con le scarpe da ginnastica, anche sulla neve (complimenti per la tenacia!).
Molto interessante il sentiero “Labirinto verticale”, che come dice il nome, sale subito deciso, con tratti di elementare arrampicata e con alcune corde fisse (non indispensabili se la roccia è asciutta).
Invece che arrivare al Lago Mercurin, appena finito il “Labirinto verticale” abbiamo preso la deviazione che sulla dorsale tra i due laghi punta direttamente in cresta: sicuramente è più agevole che risalire il canale dal Mercurin come da descrizione.
Neve al suolo dai 2350 m, quasi ovunque di tipo primaverile trasformata dal gelo-disgelo, che solo nelle ore centrali molla un po’.
Traccia tutta da battere, ma la neve nel complesso regge abbastanza bene, non servono le ciaspole, che anzi sarebbero d’impiccio nei tratti di cresta con misto roccia-neve, mentre i ramponi e la piccozza possono tornare utili nei traversi ripidi.
Ma come ho scritto, il mio socio è riuscito a fare tutto il giro con le scarpe da ginnastica seguendo le mie orme (pur con scivoloni arrestati dalla piccozza e con piedi fradici).
Bellissimo il panorama dalla vetta che abbiamo raggiunto ancora in pieno sole.
Lungo la discesa si è messo a nevicare, per poi diventare pioviggine a quote più basse, fino a smettere all’arrivo sulla strada a Pian della Mussa.
Il verso di percorrenza antiorario dell’anello è quello più logico perché permette di apprezzare sia la ripida salita da Balme che la dolce discesa a Pian della Mussa.
Visti vari uccelli, camosci, marmotte, due branchi di stambecchi a Pian della Mussa che non avevano paura dell’uomo, ed un capriolo sulla strada del ritorno.
Nessun’altro in giro.
In compagnia dell’amico Jgor.