Pur essendo una grande classica dell’Ossola non mi sento di giudicarla come una bella salita, soprattutto a causa della enorme spoporzione tra avvicinamento+discesa e l’arrampicata stessa, su roccia insicura nella parte bassa (forse perchè a inizio stagione, ma si staccavano massi grandi come pentole a pressione) e scalata non proprio elegante sul resto, molto “prendi e tira”.
Usati friend dal 0.5 al 2 e qualche fettuccia, le possibilità di protezione sono numerose, in via qualche chiodo, forse 4 in tutta la via. Soste vecchiotte ma sempre presenti. Non ho trovato quella dopo il camino in prossimità della targa grigia, ho sostato su sosta tre fix 4 metri sopra il terrazzino della targa verso sinistra. Il passo della mano si risolve bene cercando una microtacca per la mano destra, quello del caimano è tanta testa per l’expo, per il resto è facile e ben proteggibile.
La discesa è un po’ uno schifo, dalla vetta seguire i numerosi ometti facendo traversi su placche inclinate verso nord/ovest e poi ovest, a un certo punto (dopo una ventina di minuti, aguzzate la vista) si scorge un terrazzino isolato alla destra di un canalone, raggiungibile con un passaggio su cengia con un po’ di disarrampicata, da li partono le due doppie. Il terrazzino ha numerosi ometti di grosse dimensioni.
In caso di brutto tempo, neve o bagnato, auguri.
Al termine delle doppie si atterra in un canalone di orridi sfasciumi, si seguono ancora sporadici ometti e poi una traccia che porta ai piani alti della Rossa.
Solo noi sulla parete, con Ale sempre fortissimo!