Triolet (Monts Rouges de) – Kermesse Folk

Triolet (Monts Rouges de) – Kermesse Folk
La gita
aldro
5 10/09/2022
Accesso stradale
Se traffico aperto si segue la Val Ferret fino al cartello di divieto. Parcheggio poco dopo valicando il ponte. A dx ristorante con parcheggio riservato ai clienti. Se traffico regolamentato (alta stagione) utilizzare le navette da La Palud/Courmayeur.

SALITA: Via davvero bella e gratificante in ambiente spettacolare e su difficoltà contenute, 750 metri divisi in 19 tiri ottimamente attrezzati a spit, tutte le soste sono su spit collegati da cordini con maillon. Noi abbiamo concluso la via in poco meno di 7 ore, prendendocela con calma e facendo diversi tiri in conserva. Fortemente consigliata una scelta di friend in quanto la spittatura è spesso lunga (anche molto) e ci sono sezioni da proteggere (ad esempio nel secondo tiro bisogna traversare da dx a sx una fessura orizzontale che si trova tre metri sopra la sosta e ribaltarsi su un terrazzino; solo lì troverete il primo spit del tiro). Utile una chiave per stringere qualche dado molle. La via è un po’ discontinua ma quasi tutti i tiri
sono belli o hanno passaggi interessanti. Ho trovato i gradi adeguati, anche se come riferiscono alcune relazioni un paio di passi potrebbero essere valutati 6a. Come dicevano altri a volte la difficoltà maggiore consiste nell’individuare gli spit, spesso arrugginiti e mimetici, ma con un po’ di intuito la linea è sempre abbastanza evidente. Le maggiori difficoltà di orientamento si possono incontrare nel canale a metà via: giunti al decimo tiro si risale un pilastrino a blocchi (qualcuno instabile, spit) quindi la sosta è ben individuabile a dx, al centro del vasto canale. Se giungete a un vecchio chiodo siete saliti troppo e la sosta sarà una ventina di metri alla vostra dx, ben visibile. Dalla sosta del decimo tiro si risale per percorso non obbligato (II) puntando a dx ma restando nel canale, a 15/20 metri dalla parete di dx. La sosta successiva si trova dopo 50/60 metri su un vago terrazzino, poco visibile dal basso, più visibile quando le sarete a fianco (io me la sono trovata poco a sx). Da qui si sale puntando più decisamente a dx fin quando sarà visibile uno spit in un vago diedro e poco sopra la sosta su comodo terrazzino, alla base di un salto più verticale. Più a sx sono visibili le soste di Les Chamois Volant. Da qui la via è sempre evidente. Nel 17esimo tiro dopo aver aggirato a dx il pilastro (spit sul pilastro e spit con cordino bianco subito dopo aver traversato) si prosegue dritti nel camino aperto che avrete di fronte (io stavo per sbagliare traversando troppo). Da qui alla vetta, bella la placca appoggiata finale (peccato per lo spit in mezzo a un mare di fessure parallele proteggibilissime).
DISCESA. Dalla vetta, guardando la punta a est (dx faccia a monte), potrete vedere un cordino su un masso (da lontano sembra bianco, da vicino è un viola molto sbiadito e troverete un secondo cordino verde nuovo, maglia rapida). Raggiungetelo disarrampicando (I/II) all’intaglio tra le due punte e da lì traversate (facile, blocchi instabili). Dai cordini viola e verde calata di 15 metri (o disarrampicata) verso est (dx guardando la punta da cui siete arrivati). Il cordino bianco che alcuni dicono sia visibile dalla sosta è per terra, non più utilizzabile e poco visibile dall’alto. Fatta la calata traversate a sx faccia a monte (direzione Dalmazzi, facile ed esposto) sfruttando una vaga cengia rocciosa, quindi giunti sullo spigolo, risalite 2/3 metri e individuate un masso con due cordini blu e maglia rapida. Da qui calata di 5/6 metri fino alla prima sosta della parete est (la parete verticale sotto di voi), quindi calatevi verso il canale alla base. Soste tutte a spit collegati da cordini, maillon. Noi abbiamo fatto praticamente tutte le calate verticali (tranne una obliqua verso sx faccia a monte, seguendo gli spit ben visibili) e siamo giunti molto alti nel canale. Alla base della parete si trovano soste con cui proseguire le calate verso valle (una sosta da verificare su cordino viola vecchio incastrato e chiodo con fettuccia rossa e bianca, maillon, tutte le altre su spit) fino ad arrivare alla base di Cristallina (due soste molto vicino tra loro). Se giungete ad una sosta nuova prima di un salto verticale siete scesi troppo e dovete risalire circa 30 metri. Sul lato dx del canale, faccia a monte, di fronte a Cristallina, individuate la traccia con grosso ometto, seguito da un altro subito dopo. Da qui seguite tracce e ometti (non sempre evidentissimi, terreno a volte esposto e sfasciumoso). Ignorate una sosta per calata (cordino su masso) che troverete lungo la traccia e continuate sempre a seguire gli ometti fino a raggiungere la corda fissa che vi depositerà nel diedro di accesso alla parete est, a pochi metri dalla pietraia e non lontano dall’attacco di Kermesse Folk. Da qui al Dalmazzi per medesimo sentiero dell’avvicinamento.
In alternativa è possibile calarsi sulla via, ma discesa lunga e a forte rischio incastro.

RIFUGIO DALMAZZI: al momento non gestito, locale invernale agibile con 16 posti letto, materassi, coperte e cuscini. No stufa, acqua reperibile seguendo il sentiero (tubi che incanalano l’acqua di fusione del ghiacciaio).
Telefono d’emergenza al rifugio. Guida “arrampicare al Triolet” cartacea e consultabile all’interno del bivacco.

COPERTURA TELEFONICA: solo in vetta (ho e fastweb)

Con Erica, super compagna di cordata.

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