Ru (Torrioni del) – Qué Miras Bobo?

Ru (Torrioni del) – Qué Miras Bobo?
La gita
block65
3 16/09/2024
Accesso stradale
Nulla da segnalare

Non riporto più le mie uscite da molto tempo, ma ci tenevo dare le mie impressioni per la prima ripetizione di questa via, probabilmente terminata ieri dagli apritori e che avevo visto in cantiere da un po’ di tempo. Ci siamo divertiti e un plauso va senza dubbio agli apritori per il lavoro di pulizia-disgaggio. E’ molto probabile che ieri si siano dedicati alla seconda parte, perché la prima, fino al canale che si immette nel Labirinto Verticale non mostrava segni di passaggio da prima dell’alluvione recente, che infatti ha portato terra e pagliuzze sui fix, nonché pietre instabili trascinate dall’acqua in alcune parti. Siccome volevamo in discesa fare un giro sulle nostre, abbiamo provveduto a spazzolare laddove necessario e rimosso le pietre più pericolose. Materiale integro. Lavia non è difficile, tuttavia i gradi (max 5c) non devono assolutamente ingannare perché vanno padroneggiati, così come il terreno, dove ci va un po’ di attenzione nel gestire le zone di pietre mobili e la sosta “appesi” da attrezzare. Non si tratta di un itinerario plaisir, ci sono dei chiodi al posto dei fix su alcuni passaggi e, a mio avviso, alcune cadute, specialmente con il rischio adesso che ti resti qualcosa in mano, sono potenzialmente pericolose. A tal proposito, sul primo tiro il secondo fix è parecchio alto. Forse sarebbe stato più logico accorciare i primi perché se per caso si scivola sulla roccia levigata prima di moschettonarlo, si finisce a terra in una conca pietrosa (!!!). Non è difficile, però… molto bella la placca di 5c del secondo tiro: sembra liscia ma qualcosa si trova ed è ben chiodata. Secondo me da S3, scendere nel canale senza un fix è un po’ insidioso (bisogna scendere perché traversare in alto lo è ancora di più); si può rinviare alla placchetta artigianale di “Fantasia”, poi guadagnare il fondo e risalire il canale fino all’attacco della parete vera e propria, salire a moschettonare il primo fix. Questo però è ora un po’ basso rispetto a S3 e, considerata la chiodatura angolata, si arriva in sosta da attrezzare sul vuoto tirando le corde. Conviene avere rinvii allungabili, pena però cadute più lunghe. Al Limite, una S3 bis, sulla DX idrografica del canale risolverebbe qualche problema, specie a un secondo poco fiducioso. Però si è nel canale… L4 è molto bella, così come L5, dove il lavoro di pulizia e disgaggio di roba anche grossa è davvero encomiabile. Resta su L5 una caduta potenzialmente pericolosa, non tanto per la difficoltà (facile) ma se si stacca qualcosa. E’ evidente che la via è stata pulita dall’alto, con discreti disgaggi e martellate sulle lame meno solide, ma le soste di calata non ci sono. Probabilmente nel ripetere la via dopo la pulizia, il materiale è stato recuperato, direi oculatamente, perché è assai meglio e più sicuro scendere a piedi. Anche L6 ha passaggi molto belli ma, anche qui, la chiodatura, molto angolata, crea attriti non da poco. Dopo il Labirinto Verticale e la corda fissa, inoltre, si parte da una nicchia non facile, per seguire una fessura non banale (5a un po’ strettino…) e se si cade prima di rinviare il secondo fix si viene rilanciati dal quello sotto in basso (placchetta verde) sulla rampa del “Labirinto verticale”. Ci si fa male. Se uno non se la sente, forse è meglio salire a SX sopra l’ancoraggio della corda fissa per facile lama, arrivando al secondo fix (sopra la corda fissa). Non banale neppure il passaggio appena sopra. Insomma una via che ci è piaciuta molto, da non sottovalutare per chi si “arrabastasse” sul 5c. Con un paio di aggiustamenti diventerebbe “classica”. Bravissimi gli apritori.

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